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Chiara Ferragni, cosa sa Nicola Porro: "Chi rischia per davvero"

Roberto Tortora
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Da conduttore a ospite, Nicola Porro ha dismesso le vesti di padrone di casa di Quarta Repubblica e si è trasformato in opinionista della trasmissione del collega Mario Giordano, Fuori dal Coro, sempre su Rete 4. Sempre in famiglia, insomma.

E l’argomento che più tiene vivo il dibattito in questo momento in Italia è la vicenda della pubblicità ingannevole del pandoro Balocco, cui ha fatto da testimonial Chiara Ferragni, con un intento benefico che, in realtà, di benefico aveva ben poco. Porro dà una visione che non mette l’influencer nel ruolo della vittima, anzi: “Le aziende devono stare un po' attente a usare questa roba della beneficenza, se posso permettermi. Io ho conosciuto il signor Balocco, una persona che è morta purtroppo ed era stupenda, un'azienda favolosa. Le aziende, però, devono stare anche loro attente, perché quando fanno beneficenza conviene che non confondano la parte commerciale e loro sì sono vittime degli influencer, perché se tu prendi la Ferragni per fare la pubblicità al tuo bene di beneficenza hai già sbagliato”.

 

 

 

A quel punto, Giordano gli mostra un video per comparare le scuse della Ferragni a quelle di Soumahoro, trovando molti punti in comune, a cominciare dal look, un grigio che sa di (finto?) pentimento: “Le lacrime della Ferragni mi hanno ricordato quelle di Soumahoro, stesso maglione grigio, stesse lacrime. Le scuse con le mani nella marmellata”.

 

 

 

Porro concorda, ma aggiunge anche: “Il processo è identico, perché dopo che queste persone chiaramente hanno fatto una truffa etica, io la chiamo una truffa etica e non finanziaria, quando fanno una truffa etica non riescono a uscire dal loro corpo e continuano a truffarci. Aver dato un milione è semplicemente e correttamente per la Ferragni continuare a fare il suo business perché vuole che sia ripulita questa sua idea di business, che è una donna che si può associare a dei prodotti, io la capisco perfettamente. Secondo te un'azienda si rivolgerà adesso, nei prossimi sei mesi, alla Ferragni?”.

 

 

 

Giordano risponde secco: “Ma io spero di no!”. Porro, invece, è meno drastico: “Ma potrebbe essere invece un'azienda italiana che vuole farsi conoscere all'estero per altre cose e quindi loro non escono dal loro corpo, lui non esce dai suoi stivali infangati e deve piangere, lei non esce dal suo corpo e ha comunque un golf che (ride, ndr) non ti permettere di definire simile a quello di Soumahoro, sarà sicuramente fichissimo e solo io e te non sappiamo di che marca è”.

 

 

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