Annalisa Chirico, "cos'avrebbe dovuto urlare alla Scala"
"Avremmo preferito sentire, che so, un viva la gnocca, che forse avrebbe avuto una maggiore attinenza con i movimento della società contemporanea". Annalisa Chirico, ospite di Nicola Porro a Stasera Italia su Rete 4, commenta sul filo dell'ironia (ma non troppo) quanto accaduto giovedì sera alla Prima della Scala a Milano.
Il contestatore solitario Marco Vizzardelli, che all'inizio del Don Carlo, ha urlato "viva l'Italia antifascista" come provocazione nei confronti del presidente del Senato Ignazio La Russa e del vicepremier Matteo Salvini, presenti nel palco reale del Piermarini insieme alla senatrice a vita Liliana Segre. "Ero inquietato dalla loro presenza", ha poi ammesso il melomane, che dice di "odiare il nero" e di essere un "liberale di sinistra".
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"Io ero lì giovedì sera - spiega la Chirico - e devo dire che quel 'viva l'Italia antifascista' ha messo un po' un filo di inquietudine. C'erano le autorità dello Stato a teatro, poi alla fine si è rivelato un personaggio assolutamente innocuo. Io sono contenta e ringrazio la Digos per aver fatto quello che la legge la obbliga a fare, cioè l'identificazione di un soggetto potenzialmente sospetto". "No, è una facoltà", scuote il capo da Bruxelles l'europarlamentare del Pd Brando Benifei.
"Anche quelli che lanciano le pietre contro le forze dell'ordine si definiscono antifascisti", prosegue la giornalista, con Benifei che mormora "ma roba da matti".
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"Non basta dirsi antifascista per non essere sottoposto ai controlli della Digos che farebbero a ciascuno di noi, se gridassimo 'viva l'Italia antifascist' alla Prima della Scala, con il presidente del Senato in sala, per sapere se è tutto in ordine e se lo spettacolo può proseguire. E' buonsenso".
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