Anche Michele Santoro, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, commenta i funerali di Giulia Cecchettin celebrati poche ore prima nella Basilica di Santa Giustina a Padova.
"Tanti di noi andranno a dormire con questo interrogativo lanciato da un padre in una Chiesa: 'Come è potuto accadere?' e 'Cosa possiamo fare?'. Io mi chiedo: com'è possibile che noi tutti sentiamo questa responsabilità di dover cambiare per la storia di Giulia, invece stiamo assistendo a un massacro di donne e bambini, 138 persone che rischiano di restare nelle mani dei loro rapitori, senza sentire la stessa responsabilità".
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«Il rapinatoricidio è più grave del femminicidio?». La provocazione è di Tommaso Cerno,...Il riferimento di Santoro è alla tragica situazione in Medio Oriente, con il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. Un accostamento, quello tra Giulia e Palestina, decisamente ardito.
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"Perché non ci sentiamo responsabili di dover fare qualcosa per far liberare gli ostaggi e far finire il massacro di quei bambini? Ci sono migliaia di bambini che si aggirano senza i loro genitori, non sanno dove andare. E' un qualcosa di incredibile, è uno spartiacque della storia e noi ci sentiamo impotenti, avvertiamo l'impotenza del governo e del nostro Paese, non c'è neanche un confronto forte tra governo e opposizione".
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L'agenda dei quotidiani di oggi è inevitabilmente dominata dalla cronaca dei funerali della povera Giulia Cec..."Forse perché avvertiamo la complessità di quella situazione", prova a rispondergli Floris. "E non siamo più abituati a gestire la complessità, quando una cosa è complessa la mettiamo da parte. Questa volta invece il caso di Giulia ci sembra così semplice, mentre la Palestina ci sembra così complessa". "Ma non è così complesso dire 'innanzitutto fermiamo le armi', eh, questo non è così complesso", la chiude Santoro.