Castelli durissimo contro Barbacetto: "Mentalità del ca***, querela immediata"
Dibattivo "vivace", per così dire, a L'aria che tira su La7. Si parla del flop Roma, arrivata terza nella sfida per Expo 2030 superata da entrambe le altre candidare, l'araba Riad (che ha fatto il pieno di voti destando i sospetti dell'ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del comitato organizzatore italiano) e pure la sudcoreana Busan.
In collegamento con David Parenzo c'è Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia e storico esponente della Lega bossiana, che dopo aver salutato con affetto Letizia Moratti, ex sindaca di Milano che contribuì a portare l'Esposizione internazionale sotto la Madonnina, non le manda a dire a Gianni Barbacetto.
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Il giornalista del Fatto quotidiano è storicamente contrario all'Expo come ai grandi eventi, considerandoli solo mangiatoie di soldi pubblici in grado di attirare corruzione e malaffare. E per questo, parola sua, "Roma dovrebbe festeggiare per la sconfitta".
"All'Expo di Milano ho partecipato da viceministro delle Infrastrutture, nel mio piccolo - ricorda Castelli -. Barbacetto non vuole fare un altro Expo? Fosse per me lo farei domani mattina", rivendica. "Per dar da mangiare ai costruttori - lo provoca Barbacetto -, gli unici che ci guadagnano sono i costruttori". Castello non sta zitto e replica: "Se io fossi un costruttore la querelerei immediatamente, questa qua è proprio una mentalità del cavolo, mi fa piacere che anche Davigo l'abbia rifiutata".
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"Per l'Expo a Milano sono stati arrestati tutti i dirigenti apicali tranne Sala", ricorda Barbacetto, imperterrito. Ma Castelli gli ricorda: "Non ne è stato condannato neanche uno". Parenzo interrompe i due litiganti e Castelli protesta: "Posso parlare o può parlare solo il signor Barbacetto?". "Due minuti di pubblicità", annuncia il conduttore, e l'ex ministro mastica amaro: "Così non parlo più, grazie".