Filippo Turetta, il padre parla a Dritto e Rovescio? La durissima reazione di Elena Cecchettin
"Siamo ancora sotto shock per quello che è successo, da quello che ha fatto nostro figlio, non capiamo come possa essere successa una cosa del genere. Noi porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Giulia, non riusciamo a capire come possa avere fatto una cosa così". Nicola, il padre di Filippo Turetta, arrestato in Germania per l'omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, è sconvolto. Davanti alle telecamere di Dritto e rovescio, il programma di Paolo Del Debbio su Rete 4, nella puntata di ieri sera 20 novembre, si sfoga, mentre è in collegamento anche Elena Cecchettin, sorella della vittima.
"Un ragazzo a cui abbiamo dato tutto quello che potevamo dare fino a quel maledetto sabato", prosegue Nicola Turetta. "Deve essere entrato qualcosa in lui, deve essergli scoppiata una valvola nel cervello. Lui quando si sono lasciati diceva 'io mi ammazzo, mi ammazzo, non posso stare senza Giulia'. Io gli dicevo, 'hai vent'anni non ti preoccupare, ne troverai altre di ragazze...'". Elena scuote la testa, tra rabbia e dolore.
"Non capiamo come possa aver fatto una cosa così"
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) November 19, 2023
A #Drittoerovescio parla il papà di Filippo pic.twitter.com/VbWIcFYS3T
Nicola Turetta ieri era presente alla fiaccolata organizzata a Vigonovo (Venezia), dove viveva la ragazza, per ricordare la 22enne uccisa a coltellate. Una presenza svelata da Andrea, zio della vittima. "Ho abbracciato il papà di Filippo, un gesto che lui ha voluto fare lontano dalle telecamere. Lo avevo invitato per farci sentire uniti in questo dolore: noi per la perdita di Giulia, loro nella sofferenza di un figlio che ha provocato una perdita grande. La famiglia non c’entra, non è colpa dei genitori, questo è quello che penso io", spiega lo zio. "Sono due persone provate con un dolore enorme, forse con un dolore più grande del nostro, ma non sono loro che hanno fatto male a Giulia. Adesso il perdono per Filippo non lo sento, sento pietas per la famiglia perché sono anche loro vittime del figlio".
Giulia Cecchettin, Paragone: dai film ai videogiochi la violenza ci segue