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Otto e mezzo, la battuta di Mieli su Travaglio: "Non voglio fare la trasmissione su di lui"

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Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, nella puntata del 16 novembre, Paolo Mieli si complimenta con Marco Travaglio per la sua posizione filo Israele sulla guerra: "Travaglio svolge quotidianamente un'opera di chiarezza sulla guerra anche in urto con i suoi lettori e questo mi colpisce", premette lo storico e giornalista de Il Corriere della Sera. Che subito dopo però gela il direttore del Fatto: "Adesso non mi fate fare la trasmissione su Marco Travaglio...".

Qui l'intervento di Mieli a Otto e mezzo

Travaglio ha preso a cinghiate i 4mila docenti universitari che hanno chiesto "l’interruzione immediata delle collaborazioni con istituzioni universitarie e di ricerca israeliane", chiedendo perché non si siano mai visti appelli simili nei confronti degli atenei di Iran, Siria, Arabia, Qatar. E soprattutto, con una scelta coraggiosa in termini di copie, se l’è presa pure con il suo pubblico: "Da qualche giorno discuto con diversi lettori che pretendono la mia abiura sul fatto che nel 2005 Israele ritirò esercito e coloni da Gaza, da allora non più occupata ma duramente presidiata ai confini e dal 2006 governata da Hamas. Purtroppo non posso accontentarli, il Fatto esiste per raccontare i fatti".

 

"Possibile che fra i 4 mila prof non ce ne sia uno di Storia che corregga “oltre 75 anni di occupazione” in 38 per Gaza e 56 per la Cisgiordania? Ma ne basterebbe uno di Logica: se Gaza è occupata da sempre, perché Onu, Usa e Ue chiedono a Netanyahu di “non rioccuparla”? E se la risoluzione Onu 181 che legittima Israele non vale, come si può intimare a uno Stato abusivo di rispettare le altre risoluzioni Onu? O il diritto internazionale funziona a targhe alterne?", si chiedeva Travaglio.

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