Giorgio Cremaschi tifa guerriglia: "Magari succedesse anche in Italia"
"Ma magari succedesse anche in Italia". Giorgio Cremaschi, ex sindacalista e presidente del comitato centrale della Fiom e da qualche tempo in politica con l'ultrasinistra di Unione popolare, spiazza tutti a L'aria che tira, commentando le immagini di un servizio sulle durissime serrate andate in scena per settimane in Francia contro le politiche del presidente Macron.
La tesi di Cremaschi è chiara: in Italia siamo troppo morbidi, servirebbe la lotta dura senza paura e magari, come auspicato mesi fa sempre in collegamento con la trasmissione di La7, anche un po' di sano "odio sociale".
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A fronte del minacciato sciopero generale indetto da Cgil e Uil per venerdì 17 novembre, con lo scontro politico tra i segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri da un lato e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini dall'altro (con l'ipotesi di precettazione sullo sfondo, a maggior ragione dopo il verdetto del Garante per gli scioperi che ha definito illegittimo lo sciopero generale), il conduttore David Parenzo ricorda come Oltralpe le tensioni siano state ancora più lunghe ed esplosive.
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Dopo i complimenti ai cugini sindacalisti francesi, Cremaschi sottolinea come "da 30 anni in Italia c'è una cultura dominante e trasversale contro il lavoro. Non è vero che in Italia c'è una valanga di scioperi, qua siamo di fronte alla peggiore condizione di salario dei lavoratori e gli scioperi sono troppo pochi".
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