Silvia Sardone, "stupro collettivo per me e i miei figli": l'orrore dell'Islam violento
Denuncia importante a Fuori dal Coro, talk di approfondimento politico di Rete 4 condotto da Mario Giordano, da parte di Silvia Sardone, europarlamentare iscritta nel gruppo Identità e Democrazia e commissario della Lega per la provincia di Milano.
Per aver espresso le proprie idee nei confronti dell’estremismo islamico, la Sardone è costretta a vivere sotto scorta per le numerose minacce ricevute. Questo il suo intervento: “Minacce di morte, di stupro, di stupro collettivo, per me e i miei figli. La mia famiglia ha ovviamente timore, ma non ho in mente di arretrare in alcun modo. Sono stata minacciata, perché ho detto di no al velo islamico, pensando che sia - cosa che ribadisco - un simbolo di sottomissione, perché ho detto di no alle moschee abusive che abbiamo nelle nostre città e perché ho denunciato il rischio di islamizzazione nel nostro paese. Ebbene, provate voi a essere sotto scorta tutti i giorni e a dover aspettare per uscire la mattina e avere qualcuno che vi segua tutto il giorno. Ecco io penso che a dover essere seguiti, a dover avere la polizia dietro debbano essere queste persone, questi criminali che minacciano me e la mia famiglia”.
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Le ultime minacce, pochi mesi fa, sono arrivate dopo l’intervento a settembre di Silvia Sardone a Strasburgo, con addosso la maglietta "No al velo islamico". La donna, già consigliera comunale a Milano, ha spiegato di aver ricevuto messaggi sui social e via mail. "Sono anni che ricevo minacce, sempre più crude e pesanti - ha spiegato - per le mie posizioni sulle moschee abusive e per la mia contrarietà al velo islamico. Sono anni che le denuncio agli organi competenti".
L'europarlamentare ha poi spiegato che continuerà la sua battaglia: "Continuerò a dire che l’Unione Europea non deve promuovere il velo islamico nelle sue comunicazioni in quanto strumento di libertà e integrazione - ha detto Sardone - perché lo ritengo invece uno strumento di sottomissione per le donne. Continuerò a battermi per le tante donne che vogliono essere libere e non oppresse per motivi religiosi".
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