Del Debbio, sfogo durissimo dopo la sigla: "Si vanta di averne ammazzati dieci"
"Come può un ragazzo vantarsi di aver ucciso dieci persone?". Paolo Del Debbio introduce così la puntata di giovedì 26 ottobre di Dritto e Rovescio. Il riferimento è a un audio fatto ascoltare dal ministro degli Esteri di Tel Aviv, Eli Cohen, al Consiglio di sicurezza Onu. Nella conversazione si sente un miliziano di Hamas parlare con il padre e, vantandosi delle sue uccisioni, viene incitato dal genitore. "Come si può? - prosegue il conduttore -. Come può un padre incitare un figlio a ucciderne altri?". Da qui il dubbio: "Ma queste persone le abbiamo anche in Italia? Ci sono cellule dormienti?". Ecco allora che Del Debbio presenta il suo ospite: "Non è un caso che oggi abbiamo voluto qui il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi".
Il titolare del Viminale esordisce dicendo che "non potremo mai comprendere né giustificare quello che ci può essere come logica dietro un attacco che di militare non ha nulla, al di là di quella che è la genesi del conflitto israelo-palestinese, quando si attaccano dei civili e si fa scempio di cadaveri". Poi sulla questione terrorismo ribadisce il massimo impegno da parte del governo: "Il nostro sistema d'intelligence e di forze di Polizia ha costruito negli anni una capacità di avere un controllo il più capillare possibile di quelle che sono le presenze ostili sul nostro territorio, quindi io mi sento di rassicurare da questo punto di vista".
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E ancora: "Talvolta con l'immigrazione sono arrivati personaggi che poi hanno compiuto processi di radicalizzazione sul territorio europeo, ma da qui a dire che l'immigrazione è un fenomeno che di per sé porta all'ingresso di terroristi ovviamente ci passa". Per il ministro infatti "i terroristi, quelli già organizzati e strutturati forse trovano meno pagante arrivare con i barconi perché è un transito molto meno sicuro e quindi probabilmente quando arrivano in Europa per progetti preferiscono altre strade, però è del tutto vero che l'immigrazione l'abbiamo vissuta in questi anni in Europa, con difficoltà, anche a controllarla nei numeri, poi sfocia in fatti come quelli del terrorista belga: quindi sicuramente un legame in qualche modo c'è".