Otto e Mezzo, Elena Basile storpia il nome di Cazzullo: attimi di gelo
Nervi tesissimi in studio a Otto e mezzo, su La7, con Lilli Gruber costretta a intervenire molto di frequente per placare gli animi dei tre illustri ospiti, Paolo Mieli e Aldo Cazzullo da un lato ed Elena Basile dall'altro.
Quest'ultima, scrittrice ed ex ambasciatrice, entra spesso in contrasto con le due firme del Corriere della Sera sulla questione Israele.
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In particolare, il conflitto con Cazzullo tocca vette a tratti esilaranti, come quando storpia (involontariamente) il nome dell'editorialista. "Dottor Gazzullo...". "Cazzullo, la corregge subito la Gruber con un filo di imbarazzo. "Cazzullo, mi scusi. La situazione è tesa perché c'è una politica illegale degli insediamenti. Siamo di fronte a un probabile massacro dei cittadini di Gaza intrappolati, vogliamo chiederci come mai siamo arrivati a questa situazione? Se la politica americana è così necessariamente condizionata dalle lobby israeliane, dalle lobby ebraiche...".
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"Le lobby giudo-massoniche, diciamola tutta", è l'inciso di Cazzullo, con un sorriso amaro. "Poteva l'Europa fare qualcosa di diverso? - prosegue imperterrita la Basile - L'unico mediatore in campo è la Turchia, che non ha considerato Hamas una organizzazione terroristica. E' l'unica potenza Nato che può parlare con Hamas, la Russia e Israele".
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"Noi Occidente quali carte abbiamo se non fare discussione amene in salotto?", chiede la Basile a Mieli. "Nel 2006, durante la guerra in Libano, Giulio Andreotti, che non era il mio politico preferito, diceva una frase illuminante: se ognuno di noi nascesse in un campo di concentramento e non avesse la possibilità di assicurare un futuro diverso ai suoi figli diventerebbe terrorista".