Apostolico, la difesa di Davigo: "I nostri giudici prima europei, poi italiani"
Ancora una volta in questo Paese non si può criticare il verdetto di un giudice. Iolanda Apostolico, nel pieno rispetto delle sue funzioni ha smontato in pochi istanti il decreto Cutro che serve all'esecutivo per fermare gli sbarchi e l'assalto alle coste di Lampedusa. Il governo da questo punto di vista ha cercato di mettere nel mirino non tanto il giudice o la magistratura con cui, ha ribadito Giorgia Meloni, non c'è alcuno scontro, ma il principio che ha guidato la decisione del giudice.
Per Iolanda Apostolico di fatto la norma del governo va contro le norme comunitari e la Costituzione e inoltre, sempre nel prvvedimento, secondo quanto riferito dall'esecutivo, la Tunisia viene ritenuto "Paese non sicuro". Su questa questione si è espresso Piercamillo Davigo, giudice e ormai tra gli ospiti fissi di Di Martedì. Da Floris, Davigo, ha usato parole forti per dire la sua sulla questione immigrati e sul verdetto di Iolanda Apostolico: "Sono decisioni che arrivano da una attenta valutazione delle norme comunitarie".
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"I nostri giudici prima di tutto sono giudici europei e poi sono italiani. Quindi se una norma italiana va contro una norma comunitaria il dispositivo del giudice deve tenerne conto". Poi sul fronte Tunisia "paese non sicuro" Davigo afferma: "Bisogna chiarire un aspetto. Il concetto di Paese non sicuro è molto delicato ma anche soggettivo. Il nostro Pes definisce 'non sicuro' ogni Stato in cui una persona non gode dei diritti previsti nella Costituzione italiane e duqneu garantiti per tutti i cittadini". Ma di certo la Tunisia non può essere paragonata alla Libia dove c'è una fortissima instabilità politica. Punti di vista. Sentenze a parte dunque il dibattito sulla decisione del giudce Apostolico è aperto più che mai. Ed è una questione delicata per un motivo molto semplice: c'è un precedente giuridico che ora potrebbe sabotare le norme italiane per combattere l'immigrazione illegale. E questo non è certo un dettaglio da poco.
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