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Mario Giordano fa impazzire la sinistra: parla Vannacci? Occhio alla musica in sottofondo

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In pochi avranno notato la finezza di Mario Giordano e degli autori di Fuori dal coro. Il giornalista-incursore di Rete 4, quello del «chi non urla è complice», ospita ancora una volta il generale Roberto Vannacci e nell’intervista vis-à-vis la regia di Medaset piazza un sottofondo musicale ad altissimo impatto emotivo. Sotto le parole del militare più controverso e politicamente scorretto d’Italia, che si esibisce in considerazioni a 360° che sembrano fatte apposta per urticare pudori e coscienze di progressisti e benpensanti, quel volpone di Giordano fa piazzare note sospese, evocative, incalzanti. 

Tra tutte, il pianoforte da tuffo al cuore di Thomas Newton nel brano-simbolo della colonna sonora di American Beauty, film di Sam Mendes di cui ha amplificato, se possibile, gli effetti disturbanti. La decisione di “musicare” non solo i servizi, ma anche le interviste contribuisce a rendere ancora più potenti le dichiarazioni dell'ospite, trasformandole in piccole pillole “cinematografiche”. Certo, a sinistra nessuno ci avrà fatto caso, troppo presi come sono dal contestare ogni sillaba proferita dal generale. Qualche esempio? «Se uno si trova il delinquente in casa o nel negozio, la difesa è sempre legittima?», chiede il padrone di casa. 

 

«Sì, essendo un professionista dell’impiego della forza e nell’attuazione di azioni offensive, mi rendo conto che chiunque offende è sempre un vantaggio», spiega serafico e laconico Vannacci. Come quando dice che per lui la famiglia è solo «un uomo, una donna, eventualmente dei figli». «Ah adesso va la famiglia queer! - ironizza Giordano -. Promiscuità, più uomini, più donne, fluidità». «Io non critico che si possa avere un gruppo di persone che si riconosce in questa situazione, io critico che la si chiami famiglia». Titoli di coda.

 

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