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Paolo Mieli stronca Zaki: "Forse impara due parole in italiano e..."

Paolo Mieli

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Si parla della liberazione di Patrick Zaki a L'aria che tira estate, su La7, nella puntata del 21 luglio e Paolo Mieli sostiene di non crede alla storia del baratto: "Non è chiaro in che termini ci debba essere un baratto. Mi chiedo spesso cosa avrei fatto al posto di al-Sisi, persona notevolmente intelligente, se a un certo punto fossero venuti fuori atti inchiodanti come quelli che stavano venendo fuori su Giulio Regeni", spiega lo storico e giornalista. "Ecco, io avrei pescato un disgraziato senza arte né parte e lo avrei messo in carcere per una cosa inconsistente, avrei aspettato che qualcuno in Italia abboccasse e provocasse un movimento di opinione che si sovrapponesse a quello di Regeni, e poi lo avrei fatto condannare. E dopo cinque minuti avrei concesso la grazia", prosegue Mieli.

 

 

"Qui non è un baratto, è l'intelligenza di al-Sisi. La storia di Regeni è orribile, fu ucciso e massacrato e lasciato in una strada con i cani che gli rosicchiavano le ossa, Zaki è un simpaticone che adesso verrà in Italia e forse imparerà due parole in italiano dopo essersi laureato all'Università di Bologna e verrà candidato in qualche lista che mi auguro vincano le prossime politiche", conclude Paolo Mieli. Sono due storie incomparabili e lo vedremo presto se il caso Regeni continuerà a essere tenuto come banco di prova della lealtà di al Sisi nei confronti dell'Italia". 

Qui l'intervento di Paolo Mieli a L'aria che tira estate

 

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