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Barbara d'Urso, vent'anni con il cuore nella tv del Cav

Daniele Priori
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Vent’anni a Mediaset «col cuore». Non c’è testimone migliore degli spaziosi e proverbiali ventricoli di Barbara D’Urso per raccontare la lunghissima stagione nelle tv della famiglia Berlusconi della conduttrice, protagonista di quella che è stata una vera epopea. Una storia lunga vent’anni ma iniziata, in realtà, ai tempi di TeleMilano58, alla fine degli anni 70, quando Barbara non era ancora Barbara ma semplicemente Maria Carmela D’Urso. Nome di battesimo di cui ritroviamo traccia su Instagram, dove tutti la chiamano Carmelita.
Fatto sta che proprio lei, napoletana verace, è diventata ben presto la voce, il volto, gli sguardi e le celebri espressioni del viso che così tanto materiale hanno fornito ai geni e alle canaglie del web.

 


Tra le donne-Mediaset più affezionate e vicine al Cav, lascia Canale 5 proprio a poche settimane dall’addio a quello che è stato il suo primissimo mentore televisivo. Testimonial vivente di ogni fatto di cronaca di cui l’Italia ha parlato grazie alla sua presenza che pareva inamovibile nel pomeriggio di Canale 5. O meglio nel suo Pomeriggio Cinque. Condotto da Barbara per quindici edizioni, fino a due giorni fa. Alle quali aggiungere nove edizioni di Domenica Live, nei pomeriggi domenicali, e poi tra il 2018 e il 2021, per chi ne avesse voluto ancora, tre stagioni serali, sempre la domenica, di Live Non è la D’Urso.


Anchorwoman al punto da costringere gli autori a fare gli straordinari d’inventiva per trovare un nome in più alle sue infinite trasmissioni. Tutte in diretta da Cologno Monzese, dove davvero tutti, in un modo o nell’altro, almeno una volta sono passati. I politici nelle D’Urso-Interviste. I protagonisti del gossip nei dibattiti-pollaio senza un inizio né una fine che non fosse stabilito da lei. Padrona di casa gentile ma anche tenace.


SCONTRI IN DIRETTA
Memorabili anche i suoi scontri in diretta. Come quello con Vittorio Sgarbi, parlando di donne e televisione. Per non dire del duello prolungatosi negli anni e nei tribunali, tra Barbara e Fabrizio Corona. Chi ha frequentato davvero quegli studi, poi, sa quali temperature polari potessero raggiungere grazie a un’aria condizionata potentissima. È evidente che, secondo la padrona di casa, si doveva partire dal freddo per fare centro, come lei è sempre riuscita a fare, nel cuore caldo degli italiani di tutte le estrazioni sociali. Ospiti, specie donne e gay, che in lei hanno trovato sempre un’alleata certificata col bollino antifemminicidio e antiomofobia. Poi le testimonianze choc (altra parola chiave del dizionario D’Urso) e quelle quasi surreali di nonnette morte e ritornate in vita, ben prima della storia della Madonna di Trevignano, ovviamente frequentatissima da Barbara e dalle sue inviate. Vent’anni raccontati dagli schermi di Canale 5 attraverso una narrazione che Barbara non ha ripreso, ma si può dire bene abbia impresso lei stessa ai reality. Fu lei, infatti, la prima a ereditare il Grande Fratello direttamente da Daria Bignardi che del reality più antico della tv aveva intuito la novità e la forza dirompente.

 

 

Dal 2003 Barbara D’Urso, però, l’ha fatto diventare parte di tutti noi. Portando a trionfare nella casa più spiata d’Italia la borgata romana con Floriana Secondi. Sempre dalla Bignardi ereditò il primo reality rurale: La Fattoria rimasta nella storia solo grazie al duetto di Barbara con uno semisconosciuto ex marito di Angela Cavagna, tale Orlando Portento che lanciò il tormentone incomprensibile del Triccheballacche. Barbara, intuendone la forza, invitò l’ospite ad essere meno criptico. In poche immagini e in molti anni il racconto dell’epopea a Mediaset di una grande comunicatrice dall’anima popolana. Che ha fatto semplicemente tv, riuscendo però a lasciare il segno. E c’è da giurare che dagli schermi di Canale 5 il suo cuore mancherà. Aspettando di capire dove continuerà a battere. 

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