Gasparri si alza e va via: "Lei è libero di dirlo, io...", Barbacetto umiliato
"Lei è libero di dirlo, io sono libero di non ascoltarla. Grazie e arrivederci". Maurizio Gasparri si toglie il microfono, si alza e lascia il collegamento con Myrta Merlino a L'aria che tira, su La7. Motivo dell'addio? Le parole appena pronunciate da Gianni Barbacetto, giornalista del Fatto quotidiano e irriducibile anti-berlusconiano anche nelle ore del lutto e dei funerali dell'ex premier e leader di Forza Italia.
Dopo aver esordito sottolineando come la piazza Duomo "non era piena come mi aspettavo" (ignorando il fatto che le autorità avessero stabilito un accesso contingentato per motivi di ordine pubblico), Barbacetto rivendica con orgoglio la posizione del Fatto: "Noi siamo contro Berlusconi, gli sopravvive il peggio, cioè i berlusconiani. Fare il lutto nazionale per onorare un finanziatore di Cosa Nostra, un pregiudicato per frode fiscale, in un Paese civile sarebbe impensabile".
"Sono libero di non ascoltarla". Gasparri contro Barbacetto, guarda il video di Non è l'arena
"Le auguro un buon proseguimento di trasmissione - lo interrompe il senatore forzista Gasparri -, fatela senza di me, questo denigrare Berlusconi... Vi saluto e vengo un'altra volta, non voglio sentire questa roba". "Sono fatti, non è un pensiero", ribadisce Barbacetto. "Lei lo dica, io non voglio ascoltarla". "E' un finanziatore di Cosa Nostra, ha dato 200 milioni di lire all'anno dal 1975 al 1992 prima a Stefano Bontate e poi a Totò Riina. E' scritto in un paio di sentenze, per esempio quella su Dell'Utri", continua Barbacetto, anche qui dimenticando (volutamente) come Berlusconi non sia mai stato condannato per questo. "Siamo sommersi dalla melassa di questa santificazione", si lamenta ancora il giornalista del Fatto. "Gasparri è andato via, mi dispiace", allarga le braccia la Merlino.