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Pietro Orlandi, siluro in diretta tv: "Rapporti con il Vaticano", il tremendo sospetto

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"La Commissione d'inchiesta? Alla Camera ci fu grande entusiasmo, è passata all'unanimità. Al Senato mi avevano detto che sarebbe stato ancora più veloce e invece questa velocità non c'è stata": Pietro Orlandi, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, ha parlato dello stallo sull'inchiesta relativa alla scomparsa della sorella Emanuela. "Qualcuno ha proposto degli emendamenti e hanno proposto anche l'audizione di alcune persone per chiarire alcuni fatti. E questo sinceramente non l'ho compreso", ha sottolineato il fratello della Orlandi. 

 

 

surreale - ha commentato Andrea Purgatori, pure lui ospite della trasmissione - praticamente secondo questi emendamenti bisognerebbe fare un'istruttoria finalizzata a capire se la Commissione ha un senso oppure no, una roba che non si è mai vista". E Orlandi ha aggiunto: "Rimango stupito dal fatto che il Parlamento voglia chiedere chiarimenti alla Procura. Sono due cose completamente indipendenti". A quel punto è intervenuto il conduttore, che ha fatto una precisazione: "Questa è un'inchiesta che tocca degli aspetti profondi del nostro vivere, non solo civile, ma anche del credo delle singole persone, quindi bisogna muoversi con grande accortezza".

Pietro Orlandi a DiMartedì

 

 

 

"Ma lei ha fiducia che alla fine il Parlamento possa andare a indagare su fatti così profondamente coinvolgenti?", ha chiesto poi Floris a Orlandi. Che ha risposto: "Nella prima fase avevo piena fiducia, infatti dissi 'non vedo più quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano che c'era sempre stata', oggi invece sento che quella sudditanza è tornata. Non so se c'è qualcuno che non vuole rovinare i rapporti con la Santa Sede".

 

 

 

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