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Tonia Mastrobuoni attacca Meloni sul fascismo, Merlo la zittisce

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Si parla di antifascismo, 25 aprile e delle parole di Gianfranco Fini da Alessandra Sardoni, a Omnibus, su La7, nella puntata del 24 aprile e Tonia Mastrobuoni attacca: "In qualsiasi altro Paese un ministro che parla di 'sostituzione etnica' si sarebbe dimesso un minuto dopo perché non si devono superare certe linee rosse, non perché lo chiede la sinistra ma perché lo chiede la storia". E ancora, prosegue la giornalista de La Repubblica: "Se si vuole essere ministro di una democrazia repubblicana certe cose vanno dette e fatte e punto. Prima dell'abiura di Fini quel partito era fuori dall'arco costituzionale perché non si riconosceva nella Costituzione". E sottolinea: "Nel momento in cui Meloni evita ogni discorso sul riconoscimento di quello che è accaduto nella storia fa qualcosa di sbagliato".

 

Qui il botta e risposta tra Tonia Mastrobuoni e Salvatore Merlo

 

Parole che scatenano Salvatore Merlo: "Non voglio difendere Giorgia Meloni ma laicamente dico che nella Costituzione c'è scritto che dopo 5 anni persino chi aveva fatto parte del governo fascista poteva tornare a votare e a essere eletto. Era ancora vivo Bottai...". Quindi osserva: "Certamente questo grazie al fatto che l'Italia era una democrazia. Dalla fine della Resistenza a oggi qualcosa e più di qualcosa è cambiato nella destra", conclude il vicedirettore de Il Foglio. "O sono fascisti e allora il partito è illegale, altrimenti...". Ma la Sardone lo interrompe: "Il tema non è questo. Il punto è se non riescono a trovare un vocabolario comune".  

 


 

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