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Clemente Mastella svela la farsa in Parlamento: "Altrimenti è un disastro"

Claudio Brigliadori
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 Inizia tutto con il più classico dei «vuoi vedere che?». Clemente Mastella, democristiano della prima ora, uno che di «centro» si intende eccome, la butta lì a Omnibus, su La7. «Faccio un azzardo», sorride dicendo la sua sul Terzo Polo. Negli ultimi giorni Renzi e Calenda hanno messo su un teatrino surreale di veleni, retromarce, smentite, addii, insulti. Un Asilo Mariuccia (non si offendano quelli dell’asilo) che in poche ore ha generato più titolo sui giornale e tweet che elettori.

 

 

 

Stando alle ultime notizie (ma quando leggerete potrebbe già essere cambiato tutto), lo scenario parla di rottura insanabile tra i due egotici leader di Azione e Italia Viva. Eppure... «Per il Terzo Polo restano in campo i gruppi parlamentari - spiega Mastella -, perché altrimenti per problemi economici e di liste elettorali... Se non ci sono i gruppi parlamentari devono trovare le firme». Traduzione: «Magari troveranno un modo, visto che i due sono pur inaffidabili e con caratteri un po’ diversi, di presentarsi insieme alle Europee e chi prende più voti prende più voti».

 

 

 

 

Il rischio, sottolinea il sindaco di Benevento, «è di non arrivare alla soglia del 4%, e ci saranno diversi nei loro gruppi che diranno “stiamo insieme perché sennò è il disastro”». In fondo, tutto regolare. Matteo e Carlo sono capaci di dire tutto e il contrario di tutto (pochi giorni prima di allearsi, Calenda spergiurava che non si sarebbe mai accompagnato a Renzi perché «il suo modo di fare politica mi fa orrore») e hanno un animo da saltimbanchi della politica, ma quando si tratta di soldi e poltrone si fanno seri, serissimi. 

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