DiMartedì, Sallusti: "Meloni? Lo avrebbe strozzato e sarebbe in carcere"
"La Meloni lo avrebbe strozzato". E' serissimo, Alessandro Sallusti. In collegamento con Giovanni Floris a DiMartedì il direttore di Libero interviene sul caso di Claudio Anastasio, il manager nominato al governo alla guida di 3-I, società pubblica creata nel dicembre 2022 per gestire il software di Inps, Istat e Inail dimessosi dopo aver inviato una mail ai membri del Cda in cui per celebrare il suo incarico citava il famigerato discorso di Benito Mussolini sull'omicidio del socialista Giacomo Matteotti, momento considerato dagli storici come il vero punto d'inizio della dittatura fascista.
"Contorno fascista". Bonaccini stile Schlein: il veleno contro la Meloni
"C'è un problema di inadeguatezza della classe dirigente - incalza Pier Ferdinando Casini, in studio -. Oggi quando ho letto la lettera di questo signore ho pensato: ma com'è possibile? Pensavo fosse uno scherzo, come viene in mente a una persona normale di citare la frase più terribile pronunciata da Mussolini durante il fascismo? Ma com'è stato nominato?". "Ma come Casini? - interviene Floris - Se abbiamo un presidente del Senato (Ignazio La Russa, ndr) che rivendica la presenza di un busto di Mussolini, perché lui non dovrebbe citarlo?".
"La Meloni lo avrebbe strozzato": guarda il video di Sallusti a DiMartedì
E qui prende la parola Sallusti. "Al presidente Casini che stimo moltissimo - premette il direttore - ricordo che alcuni anni fa lui disse che agli scafisti bisogna sparare". "Gli scafisti non meritano riguardo - conferma Casini -, i trafficanti ancora meno. Il problema vero è che questa è una cosa che noi diciamo tutti, poi bisogna vedere".
Un consiglio a Giorgia Meloni: governi (e non cada nella trappola delle polemiche)
Quindi, la rivelazione di Sallusti su Anastasio: "Per quello che io so, a quel signore che ha richiamato il Duce oggi gli è andata bene una cosa: che non ha incrociato Giorgia Meloni. Per quel che io so, e lo so, Giorgia Meloni l'avrebbe strozzato. Oggi avremmo una presidente del Consiglio in carcere per omicidio volontario. Detto questo, in tutte le famiglie, anche dei rappresentanti dei partiti presenti, ci sono delle pecore nere. Nessuno vuole difendere questo signore, ci mancherebbe altro, ma ognuno si guardi in casa sua".
Ora il Pd si vergogna dei "patrioti": l'ultimo insulto a Bologna