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Bocchino zittisce Giannini: "Infame, volgare, da sciacalli"

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"Un titolo infame". Italo Bocchino ad alzo zero contro Massimo Giannini. Il direttore editoriale del Secolo d'Italia e quello della Stampa sono ospiti in studio di Lilli Gruber, a Otto e mezzo su La7. Il tema della serata non può non essere ancora il naufragio di Cutro in cui 10 giorni fa hanno perso la vita oltre 70 migranti a pochi metri dalle coste della Calabria. Poche ore prima, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha riferito in Parlamento, trovando gli insulti di Pd e M5s e la dura critica di Giannini: "Ho ascoltato le memorie di un questurino, sapevamo già tutto", ha attaccato dalla Gruber. 

 

 

 

Bocchino ricorda l'impegno del governo da ottobre a oggi e ricorda il ruolo di Frontex nelle operazioni di soccorso: "Deve segnalare che c'è una criticità nella navigazione, a Cutro non l'ha fatto". Quindi si rivolge a Giannini: "Giustamente tu pretendi dal ministro un po' di gravitas. Ma vale anche per noi giornalisti. Io sono rimasto sconvolto dal titolo della Stampa sulla 'Strage di Stato'".

 

 

 

"Lo confermo", ribadisce Giannini ma Bocchino prosegue imperterrito: "E' un titolo volgare, giornalisticamente sbagliato, irrispettoso delle istituzioni, da sciacallaggio giornalistico e infame da leggersi. Tu chiedi gravitas a Piantedosi, ma sai che accusa è quel titolo? Come se qualcuno avesse voluto far morire quelle povere persone? Questo è il Paese che accoglie di più e vuole ancora più immigrati regolari, ma per colpa delle leggi di sinistra l'Italia è un paese colabrodo, non si fermano in Grecia, a Malta o a Cipro ma vengono tutti qui, perché qualcuno ha spiegato loro che noi accogliamo tutti, anche gli irregolari, anche se questo non è possibile".

 

"Infame e volgare". Bocchino travolge Giannini, guarda il video a Otto e mezzo

 

"Altro che sciacallaggio - si difende Giannini -, io non dico che qualcuno ha voluto far morire gli immigrati. Mi riferisco del buco nero nei soccorsi in quella notte, se la condizione del mare in 5 ore cambia, dobbiamo essere noi a decidere se intervenire. C'è un clima in questo Paese, già Minniti aveva creato un clima ostile contro le Ong ma adesso si vuole disincentivare e far capire che qui non c'è più gente che apre le frontiere, questa roba è iniziata dal 2018".

 

 

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