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Mattia Santori umiliato in studio: la reazione degli ospiti

Claudio Brigliadori
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«I cattivi sono gli altri». Così, de botto. Ma con un senso chiaro: Mattia Santori ritorna a L’aria che tira dopo i fasti (si fa per dire) delle sardine e sconcerta con una sola frase Myrta Merlino e i telespettatori di La7. Il giovanotto ha avuto il fiuto e la fortuna di salire sul carro di Elly Schlein in tempi non sospetti e ora, dopo le primarie, si ritrova in mano le chiavi del Pd. 

Che partito sarà? Quello dell’odio, ad ascoltarlo con attenzione. «La gente cercava l’etichetta delle Sardine, come se fosse un qualcosa che uno si attacca addosso e si tiene per tutta la vita. Io ne sono un esempio. In verità, siamo andati avanti e abbiamo costruito una comunità dal basso, trasversale, che ha lottato per entrare dentro una famiglia più grande. Abbiamo ceduto sovranità e siamo entrati in un movimento più grande. Elly Schlein ci ha dato rappresentanza e siamo arrivati a rappresentare nel Pd un habitat adatto per tutte quelle forze non riconoscibili o non riconosciute, insomma fini a se stesse», spiega con placida cantilena bolognese.

 

Con sprezzo, commenta l’addio del moderato Fioroni, spaventato dalla deriva a sinistra: «Per un Fioroni che esce ci sono 100 nuovi iscritti». Quindi si traveste da paciere e dopo aver cantato vittoria («600mila persone che sono andate a votare chiedono un rinnovamento. Questa è la vera sberla alla dirigenza nazionale e locale del Pd») tende la mano a Stefano Bonaccini, rivale sconfitto: «Ha detto che siamo qua per lavorare insieme. I cattivi sono altri, non Schlein o Bonaccini». Vale a dire, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. In studio gli ospiti mormorano, la stessa Merlino pensosa borbotta: «Cattivi? Ah beh...». Tutti insieme, sì, ma solo perché c’è un nemico da abbattere con ogni mezzo.

 

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