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Astorre, Stefano Zecchi: "I suoi 5 minuti. Forse...", un tragico sospetto politico

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Tutto il mondo della politica romana si interroga su Bruno Astorre, il senatore del Pd trovato morto venerdì mattina a Palazzo Cenci molto probabilmente per suicidio, dopo essersi gettato dalla finestra del suo ufficio. Sgomento tra i dem, dove il quasi sessantenne, da 2 anni sposato con Francesca Sbardella sindaco di Frascati, era apprezzatissimo per il suo infaticabile impegno nel Lazio e non solo.

 

 

 

Era stato lui, fino a pochi giorni fa, a guidare la trionfale campagna elettorale di Elly Schlein nelle primarie vinte. Una morte sconcertante e sconvolgente, anche se molti amici, da Goffredo Bettini a Matteo Renzi, ammettono ora le difficoltà, le fragilità e le ombre di Astorre, a livello personale, esprimendo "l'immenso rammarico" per non aver compreso in tempo quanto grave e drammatica fosse la situazione del compagno di partito. 

 

 



Si parla di Astorre anche a Stasera Italia, su Rete 4, con le illuminanti parole di Stefano Zecchi. "Jean Paul Sartre diceva - ricorda lo scrittore e filosofo, vero e proprio indagatore dell'animo umano -: non è un problema di visione o di prospettiva, chi si suicida ha sempre difficoltà a capire quali siano i prossimi suoi 5 minuti". Nel caso di Astorre, spiega Zecchi, "poteva essere proprio questo: quali sarebbero stati i suoi prossimi 5 minuti all'interno di un istituzione politica così importante, e che evidentemente non aveva capacità di gestire, forse non ci credeva. Sono quei 5 minuti, non una prospettiva".

 

 


 

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