Otto e Mezzo, Bocchino infilza Travaglio: "Prescritto!", si scatena il caos

giovedì 19 gennaio 2023
Italo Bocchino

Italo Bocchino

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Volano stracci tra Italo Bocchino e Marco Travaglio da Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, nella puntata del 18 gennaio. In studio si parla di giustizia e intercettazioni. "Io non penso che Giorgia Meloni voglia depotenziare la lotta alla mafia. Non penso che questo governo sia a favore della mafia", premette il direttore de Il Fatto quotidiano. "Io vorrei spiegare a Bocchino che a me di chi c'è al governo non importa niente. Io quando Bonafede ha abolito la prescrizione io l'ho applaudito non perché mi sta simpatico ma perché ha fatto una cosa che io chiedevo da vent'anni". Ma, "se questo governo tocca le intercettazioni lo fa non per vietare gli abusi perché sono già vietati dalle leggi attuali". Quindi, conclude Travaglio, "cosa le è saltato in mente alla Meloni di nominare Nordio in quel posto chiave visto che dice le stesse cose che ha sempre detto le stesse cose di Berlusconi alle quali Bocchino si è opposto. Io canto la stessa musica".

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"Io non ho cambiato idea", ribatte Bocchino. "La Meloni non andrà allo scontro aperto con la magistratura, non è nella sua natura", prosegue. "Qui si sta parlando della razionalizzazione delle intercettazioni. Il 90 e passa per cento delle richieste di intercettazioni che il pm invia al gip viene approvato dal gip e questa è una anomalia perché non possono essere tutte buone". Quindi, prosegue Bocchino, "lasciamo decidere a un collegio di tre persone". Per quanto riguarda la prescrizione, "è uno degli elementi fondanti di una civiltà giuridica". E qui Travaglio si infuria: "Di che parli? Ce l’abbiamo solo noi". A quel punto Bocchino lo inchioda: "E a te è capitata di chiederla la prescrizione". Il giornalista prima nega: "L'unica condanna che ho è una multa di mille euro". Ma Bocchino lo incalza e allora Travaglio è costretto ad ammettere: "è stato l'avvocato dell'Espresso a chiederla e non gliel'hanno concessa". 

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