Gaetano Pedullà contro Salvini: "Vergogna", sconcerto su Messina Denaro
L'arresto di Matteo Messina Denaro, superboss di Cosa Nostra latitante da 30 anni, arriva nei talk in tv come una bomba atomica. Non sarà un colpo mortale per la Mafia, probabilmente, ma di certo chiude l'era dei Corleonesi e politicamente è una tacca a favore del governo, che con Giorgia Meloni ha sempre ribadito di ritenere la guerra alla grande criminalità organizzata una sua priorità. A sinistra però, continuano a sostenere il contrario. E Gaetano Pedullà, direttore del quotidiano La Notizia e ultrà grillino talmente accanito da far impallidire persino Marco Travaglio, supera se stesso.
Siamo negli studi di La7, a Coffee Break. Il conduttore Andrea Pancani legge il primo commento di Matteo Salvini sulla cattura del capomafia: "È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla Giustizia - fa sapere l'ex ministro degli Interni -. È una bella giornata per l'Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai". Il vicepremier e leader della Lega non nomina mai né il governo in carica guidato da Giorgia Meloni né tanto meno l'operato quando al Viminale c'era lui. Insomma, non parla di politica né strumentalizza il grandioso successo, che parte da lontano. Eppure secondo Pedullà, testualmente, le sue dichiarazioni "sono una vergogna".
Sconcerto tra i presenti, tra cui Annalisa Chirico e Carlo Puca, che spesso ha scritto di mafia. La strumentalizzazione, ben oltre il senso del ridicolo, arriva ancora una volta dall'opposizione, come spesso accaduto in questi primi 3 mesi di centrodestra a Palazzo Chigi. Forse, è il senso del silenzio imbarazzato che cala sulle parole dell'ineffabile Pedullà, prese di posizione come queste non meritano più repliche.