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Myrta Merlino gela Nordio: "Me lo consenta..."

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"Me lo consenta, ministro: si è messo intesta una idea folle". Myrta Merlino accoglie così Carlo Nordio in studio a L'aria che tira, su La7. L'idea folle, quasi una "missione impossibile", è riformare la giustizia. "Ci hanno provato un po' tutti", ricorda la conduttrice al Guardasigilli, che però ha autorevolezza e determinazione tali da essere, forse, l'unico in grado di farcela. Anche perché alle sue spalle non ha una maggioranza-arlecchino o un governo tecnico, ma un esecutivo politico e alleati che sulla giustizia viaggiano tutti sulla stessa lunghezza d'onda.

 

 

 

Inflessibile sulla modifica delle intercettazioni ("Il trojan è una cosa incivile"), il ministro della Giustizia esordisce con ritmo da Caterpillar: "La lentezza del nostro processo, essenzialmente quello civile, costa al nostro Paese due punti di Pil all'anno. E la giustizia civile, di cui non si parla quasi mai, è per certi aspetti più importante di quella penale perché tocca nella vita tutti i cittadini". "Questa lentezza - prosegue Nordio - deriva anche da una disparità, una incompatibilità tra le risorse che abbiamo a disposizione e il numero dei contenziosi in corso. Non a caso, la certezza del diritto è uno dei motivi per cui molti investitori stranieri rinunciano a investire nel nostro paese". L'ex pm ricorda poi che "l'organico della magistratura è ancora quello di tanti anni fa, quando l'industrializzazione italiana non era così estesa, non è completato. Soprattutto mancano gli amministrativi".

 

"Me lo consenta, ministro". Myrta Merlino e Carlo Nordio, guarda il video di L'aria che tira

 

"Entro quindici giorni - prosegue a spron battuto -, proporremo la soppressione del reato di abuso d'ufficio per sindaci e amministratori. In questo modo daremo uno slancio enorme alla nostra economia perché oggi gran parte dell'attività amministrativa è paralizzata dalla cosiddetta paura della firma". "Alcuni pm usano questo reato come reato sentinella per trovarne altri ma poi questo reato gli si dissolve in mano e la condanna non c'è. Se uno fa un abuso d'ufficio perché si fa corrompere esiste già il reato di corruzione. Ecco perché la macchina della giustizia si ingolfa. Le statistiche dicono che su 5.000 indagini sull'abuso d'ufficio sono intervenute appena 20 condanne in un anno", conclude Nordio.

 

 

 

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