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Fabbri: "Perché Putin non può lasciare Mosca"

Dario Fabbri

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Dario Fabbri, ospite di Omnibus, su La7, fa alcune riflessioni sull'incontro alla Casa Bianca tra Joe Biden e Volodymir Zelensky: "Gli americani vogliono il negoziato, sosterranno l'Ucraina fino alla primavera poi faranno un punto. Un passaggio non banale perché le due posizioni si sono distanziate negli ultimi mesi. Gli americani sono convinti che più di cosi sul campo non cambierà molto quindi tanto vale negoziare con Putin mentre Zelensky, anche in maniera legittima non è d'accordo".

 

 

C'è poi un altro aspetto. Putin non è andato da Xi Jinping a Pechino ma ha mandato il suo fedelissimo Medvedev. "Non è un caso che i russi hanno chiesto ai cinesi questo incontro, nel giorno in cui Zelensky volava a Washington", sottolinea Fabbri. "Putin a differenza di Zelesnsky non si fida al 100 per cento del suo entourage quindi lasciare Mosca era sconsigliabile. Ma ha spedito un suo uomo fidatissimo e il messaggio era: noi abbiamo vicino i cinesi. In realtà per i cinesi la guerra può continuare all'infinito. Cina e Russia non sono amici ma hanno un nemico in comune: gli Stati Uniti. Quella tra Pechino e Mosca è una alleanza fasulla". 

 

 

Infine, osserva Fabbri, "questo viaggio è fondamentale, Zelensky ha una fiducia totale nel suo entourage e nel suo apparato. Fidarsi in guerra in un Paese come l'Ucraina che ha una storia di apparati infiltrati dai russi, è una svolta davvero notevole. Qualche settimana fa sarebbe stato impensabile per Zelensky spostarsi. Le epurazioni lo tengono tranquillo". 

Qui l'analisi di Dario Fabbri a Omnibus

 

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