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Tv, oggi lo "switch off": chi non vede più Rai e Mediaset (e come rimediare)

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Tiziana Lapelosa
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Si potrebbe definire una sorta di decluttering: fare pulizia, fare spazio, per aprirsi al nuovo, risintonizzarsi col mondo, vederci più chiaro, che mai come in questo caso sembra essere gesto più azzeccato. Parliamo, infatti, dello swith off, espressione inglese (l'ennesima che la nostra lingua si diverte ad utilizzare a scapito dell'italiano) che significa spegnere. Cosa? La tv, quella che fino ad oggi gli utenti che non si sono fatti abbindolare dalla tecnologia hanno continuato a vedere alla "vecchia" maniera, con fruscii e ricezione che spesso lascia perplessi, e che ora saranno costretti ad adeguarsi abbandonando il vecchio sistema di trasmissione, quello terrestre, per fare spazio al nuovo, quello digitale.

Una rivoluzione per molti, se si tiene conto del fatto che in Italia su 47 milioni di televisori soltanto 30, appena sei mesi fa, erano connessi col futuro, ossia in grado di ricevere le immagini in alta definizione.

Chi ha comprato un televisore dal 2010 in poi non dovrebbe avere alcun problema. La Fondazione Ugo Bordoni in una indagine che ha condotto insieme alla Swg, ci dice che a fine anno su 26 milioni di famiglie residenti in Italia, ben 22 avranno nel salotto un apparecchio di ultima generazione e quelle da esporre come un pezzo da museo potrebbero essere appena due milioni.

SANGUE FREDDO
A partire da oggi, invece, tutti potranno vedere Maria De Filippi con i suoi "amici", la sua "posta", i suoi "uomini" e le sue "donne", e così le partite di pallone e gli slalom sulla neve, Massimo Giletti e la sua "arena", gli intrighi di Beautiful e quel che a ognuno pare senza la minima sbavatura, con immagini, colori e suoni perfetti.

Insomma, non si dovrà più (metaforicamente) dare un pugno al televisore per ripristinare le trasmissioni, ma, per chi non si fosse già adeguato, basterà mettere mano al portafogli (per comprare un televisore di ultima generazione o un decoder che possa trasformare la tv che già si possiede a supportare l'alta definizione) ed entrare nel mondo del digitale terrestre (DVB-T2) che da oggi riguarderà tutte le reti Rai, Mediaset e altre emittenti che fino a ieri hanno trasmesso anche in bassa qualità (definita con MPEG-2).

Saranno spenti, telecomando alla mano, i canali dal 500 in poi. Semplice (più o meno) il test per capire se si è dalla parte giusta della storia, e quindi individui tecnologici: basta sintonizzarsi sui canali 100 o 200 e se in almeno uno di questi compare la scritta "Test HeVC Main 10", vuol dire che si è pronti al passaggio del secolo. Che, lasciando la spiegazione tecnica a privilegio degli esperti e restando nel recinto della qualità a vantaggio degli utenti, è un po' come quando si è passati dalla cassetta al cd, o dalla videocassetta Vhs al Dvd.

LA MANO DEL MINISTERO
E se l'operazione dovesse risultare davvero difficile, anche dopo aver risintonizzato tutti i canali, automaticamente o manualmente, invece di tirare pugni, non resta che rivolgersi a "lui", al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che dallo scorso 4 dicembre sta spiegando il cambiamento con una massiccia campagna di comunicazione. Per qualsiasi dubbio, esperti della tv digitale rispondono allo 06 87800262, o via WhatsApp scrivendo al numero 3401206348, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. Con loro è possibile fissare anche la consegna, in collaborazione con Poste italiane, dei decoder (bonus) destinati ai pensionati abbonati al servizio di radiodiffusione che non superano i 20mila euro all'anno di pensione ma che abbiano compiuto 70 anni. Il passaggio al digitale terrestre per tutti non è un capriccio di pochi per chissà quale arcano motivo. Ma un modo per fare spazio - e qui torniamo al decluttering, l'arte di fare pulizia per aprirsi al nuovo. Per una cosa che si libera, in questo, come deciso dall'Ue, la banda 700 Mhz assai utilizzata in Italia soprattutto dalle tv locali, un'altra ne arriva: il 5G, con gli operatori di telefonia che utilizzeranno quella stessa banda per meglio potersi sviluppare e offrire servizi più tecnologici.

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