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Paolo Mieli e il Qatar-gate: "Cos'hanno sempre fatto quelli di sinistra"

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Il Qatargate arriva anche a Cartabianca, su Rai3, con Bianca Berlinguer che ospita in studio un parterre di commentatori ad ampio spettro "politico". L'inchiesta sulla corruzione all'Europarlamento sta terremotando anche la sinistra italiana, con l'arresto dell'ex europarlamentare Pd Antonio Panzeri, oggi alla guida della ong Fight impunity, e il coinvolgimento di vari esponenti di spicco del gruppo S&D a partire dalla vicepresidente dell'Europarlamento, la greca Eva Kaili

Il più duro proprio con la sinistra, tra gli ospiti della Berlinguer, è Paolo Mieli. "Nei partiti di sinistra c’è un entra ed esci - sottolinea l'editorialista del Corriere della Sera -: fai il ministro poi l'uomo delle grandi aziende, delle banche, se ti va male il lobbista. È così da anni e sembra una cosa normale, poi se li pizzicano stanno tutti zitti…". Un vaso di Pandora che l'indagine "Mani pulite" dei pm belgi potrebbe aver contribuito a scoperchiare una volta per tutte. Gad Lerner, editorialista del Fatto quotidiano, preferisce affrontare il tema partendo dai massimi sistemi: "Il caso Qatar? Queste economie basate sul petrolio che hanno accumulato ricchezze sconfinate stanno diventando un modello di capitalismo che fa a meno della democrazia e compra le persone. Di fronte ai pacchi di banconote la carne è debole".

Nicola Porro, conduttore di Quarta repubblica, vede in pericolo l'Europa stessa: "Mi preoccupa l’influenza sul Parlamento Europeo da parte delle autocrazie non occidentali e non democratiche. L’Europa può vendere i suoi palazzi ai qatarini ma non può vendere le sue tradizioni e il suo crocifisso". Preferisce tornare al "problema-uomo" Mauro Corona: "La corruzione al Parlamento Europeo? Per cosa? Per avere la barca, la villa e poi? Quando spengono la luce chi sono? Persone normali! C’è quest’idea che oggi le persone importanti debbano avere soldi….".

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