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Otto e mezzo, Lilli Gruber, Travaglio e Bocchino: che triangolo...

Claudio Brigliadori
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Marco Travaglio, Italo Bocchino e Lilli Gruber: il triangolo sì, a Otto e mezzo l'hanno considerato. E lo ripropongono sempre più spesso. Martedì l'ex esponente di An e Pdl aveva scandalizzato conduttrice e direttore del Fatto quotidiano facendo riferimento alla incresciosa abitudine di pubblicare intercettazioni private di nessuna rilevanza giudiziaria ma in grado di screditare l'avversario. «Anche voi avete pubblicato la telefonata con l'amante», era l'accusa a Travaglio che aveva sbottato: «Ma chi, ma cosa?». La Gruber aveva invitato Bocchino a fare i nomi: «Siccome rispetto la privacy, manderò tutto a Travaglio in privato». La vicenda si era chiusa così, tra scuotimenti di capo.

 

 

Dopo pochi giorni, il bis. Venerdì a La7 c'è ancora Bocchino, che si presenta davanti alle telecamere con iconico occhiale da sole. «Sei reduce da un intervento agli occhi e oggi ti abbiamo in questa versione un po' Blues Brothers», spiega la padrona di casa. Il dibattito entra subito nel vivo con Travaglio che parte con l'intemerata: «I veri poveri li stiamo affamando togliendo il reddito di cittadinanza. Hanno deciso che i poveri si chiamano occupabili e gli evasori sono persone che non hanno potuto pagare le tasse e poi arriva il condono. Io mi sono rotto le palle, chi non paga le tasse è un ladro. E dovrebbe avere il divieto di voto e di guidare in autostrada perché le autostrade le hanno pagate quelli che hanno pagato le tasse».

 

 

Replica di Bocchino: «Bravissimo, Travaglio, l'evasore è un ladro, hai perfettamente ragione però sappi che quelli che evadono bisogna combatterli combattendo l'evasione. Si devono colpire gli evasori che la sinistra non ha mai voluto colpire. Bisogna guardare le dichiarazioni dei redditi». Occhiali da sole sì, fette di prosciutto sugli occhi no. 

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