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Lilli Gruber: "I sondaggi lo dicevano!", rosicata massima contro Meloni

Lilli Gruber

Claudio Brigliadori
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Mi si nota di più se attacco Giorgia Meloni dandole della "fascista" o della "incompetente"? Nei talk tv, alla vigilia delle prime nomine importanti, le presidenze di Camera e Senato, sembra che stia cambiando il vento. Le ombre nere non tirano più, meglio puntare sul toto-ministri. Avvolto ancora nella nebbia, certo, ma per certa sinistra sparare a casaccio è sempre un bell'esercizio. A Stasera Italia, su Rete 4, Barbara Palombelli intercetta Massimiliano Fuksas, archi-star di dichiarate simpatie progressiste e diventato, qualche anno fa, un po' il simbolo suo malgrado di un certo mondo radical-chic molto salottiero, un po' benpensante e altrettanto superficialotto in certe analisi "socio-politiche".

 

Ci si aspetterebbero parole di fuoco contro Fratelli d'Italia ed eventuali nostalgie del Ventennio e dintorni, ma Fuksas spiazza un po'. «La conosci?», chiede la padrona di casa riguardo alla Meloni. «No, ma io non ho paura di lei in quanto proveniente dalla destra o dall'estrema destra. «Io l'unica cosa di cui ho paura è che non ci sia gente qualificata. Io vorrei sapere adesso chi sarà il ministro della Pubblica istruzione di cui non si parla mai. Credo che sia uno dei ministeri più importanti perché forma il Paese e la cultura».

 

Anche Lilli Gruber, per una sera, accantona le fobie mussoliniane e si concentra sull'ansia da governo. «La Meloni deve farsi una sua squadra e non chiamare i tecnici», è il consiglio del supermanager Bernabè. Antonio Padellaro del Fatto Quotidiano riesuma il "fate presto" in maniera pelosetta: «Cosa stiamo aspettando? Cosa deve succedere? Stiamo parlando delle massime istituzioni, non possono ridursi alla vigilia delle votazioni». Lilli sembra gongolare: «Ma non dovevano arrivarci un po' preparati? I sondaggi li davano per vincenti quindi perché non lo hanno fatto prima?». E pensare che la Meloni non è ancora salita al Colle...

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