Non è l'arena, Giletti nel panico: "Niente querele, per carità"
Dopo aver fatto guadagnare e perdere voti, il reddito di cittadinanza si conferma tema caldissimo anche nei talk. Non è un caso che Massimo Giletti, per la prima puntata post-voto di Non è l'arena su La7, imbastisca faccia a faccia di fuoco proprio sull'assegno grillino.
In studio volano minacce di querela tra Gianluigi Cimmino e Vittoria Baldino. L'imprenditore, ad di Yamamay, sottolinea come a fianco dei percettori ci sia un esercito di famiglie italiane senza sussidio, perché con lavoro regolare, che tra pochi mesi potrebbero essere rovinate dal caro-bollette. La Baldino, esponente del M5S e difensore d'ufficio del reddito, si scalda: «Questa è una operazione criminale». «Lei dice criminale? E io la querelo», replica duro Cimmino. «Faccia pure, ma paragonare le persone che non ce la fanno a pagare la bolletta a chi ha problemi a sopravvivere, è una operazione criminale».
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Nel frattempo un allarmato Giletti fa da pompiere: «Niente querele per carità, lo faccia per me che sono un esperto». «Quel reddito di cittadinanza lo utilizzano il 39,6% delle persone per pagare bollette e debiti. Mettere in competizione il disagio delle persone è una operazione pericolosa», rincara la Baldino.
Il discorso scivola velocemente su un piano personale: «È lei che non deve avere 20mila euro al mese, perché non li merita -, attacca l'imprenditore -. L'operazione criminale l'avete fatta voi, promettendo qualcosa che non esiste. Voi il mondo del lavoro non l'avete mai visto neanche nei fumetti». «Lei non conosce la mia storia - sgrana gli occhi la grillina - e non si può permettere di fare il classista in questo studio».
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Nervi tesi anche durante il collegamento da Palermo, quando un signore in piazza protesta con il conduttore: «Non mi fa parlare». Il padrone di casa risponde a muso duro: «Ma cosa dice? Sta parlando lei o sto parlando io? Me lo dice, chi sta parlando?». Dal rischio querela al rischio "vaffa", il passo è breve.