Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti e gli spacciatori? Ecco che cosa c'è dietro davvero
Vittorio Brumotti e gli "spaccini": ormai è un genere cinematografico a sé, metà action movie all'americana, stile "Fast & furious" (su due ruote), metà poliziottesco all'italiana anni Settanta (qualcuno ricorda "Milano odia: la poliza non può sparare?"). A Striscia la notizia, su Canale 5, con cadenza settimanale il ciclista estremo entra come inviato nei fortini dello spaccio di droga italiani, a ogni latitudine. Dai quartieri-ghetto ci cittadine campane o pugliesi fino alle grandi metropoli, Roma e Milano. Da Sud a Nord, senso di impunità, degrado e violenza: una fotografia adrenalinica di quello che accade sotto i nostri occhi distratti.
Il format funziona. In 5 minuti, si passa dalla ricognizione con telecamera nascosta sul luogo del crimine, l'abboccamento con gli spacciatori, spesso immigrati, che offrono la mercanzia con nonchalance. Poi Brumotti e il cameraman tornano sul posto seguendo le forze dell'ordine arrivate per una perquisizione. Non è stato l'inviato di Striscia a denunciare, ma qualche residente esasperato. Qui però arriva il "twist" del servizio: spacciatori e immigrati, un mucchione di decine di persone, se la prendono con lui al grido di "infame", lo inseguono, gli tirano bottiglie, cercano di rubargli il girato. Nell'ultima puntata di questo True reality-crime in pillole (forse l'unico in Italia) Brumotti è al Parco Sempione, in pieno centro a Milano. Polmone verde che è anche centrale di stupefacenti. Dopo aver avvicinato i fornitori di droga informandosi su quantità e prezzi, scatta il blitz degli agenti. E qui si scatena il dramma: il parco diventa un dedalo di viuzze, luoghi perfetti per un agguato della gang.
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Il ciclista, circondato, inizia a prenderle. «Ti tiro un calcio qua e muore, non me ne fot**e niente», lo avverte un energumeno. Non resta che scappare, a rotta di collo. Le riprese in soggettiva della bici che sfreccia a velocità folle tra alberi, aiuole, marciapiedi giù giù fino alla strada e lungo i rotai del tram, fino alla "salvezza", valgono da sole il prezzo del film, anche se viste e riviste (purtroppo) centinaia di volte.