Non è l'Arena, avete notato che Michele Santoro... quel clamoroso sospetto sul "teletribuno"
Ci voleva Vladimir Putin per riaccendere l'entusiasmo in Michele Santoro. E con l'entusiasmo, anche i riflettori. L'ex teletribuno, a 20 anni di distanza dalle virulente tirate contro Silvio Berlusconi, ha ritrovato la campagna di barricate Sabina Guzzanti con cui è andato in scena proponendo il suo "manifesto politico" per una discussione più aperta e sincera sulla guerra in Ucraina. Tradotto: in Italia vince il mainstream, siamo vittime della propaganda di Nato, Biden e Zelensky.
"Bombardiamo la Rai": Michele Santoro vuole radere al suolo Viale Mazzini, lo choc di Myrta Merlino
Non è vero che Mosca è il male e Kiev il bene e così via. Di carne al fuoco, ovviamente, ce n'è tanta. E i toni di Zio Michele sono così furoreggianti e arzilli da far sospettare che sotto sotto stia bollendo in pentola qualcosa di grosso. Molto grosso.
A Non è l'arena, su La7, Massimo Giletti annusando l'aria che tira a sinistra (per la precisione, una certa sinistra: quella che rimbalza come una pallina impazzita tra gli irriducibili extraparlamentari e Giuseppe Conte versione anti-Draghi), ha mandato un suo inviato a strappare qualche succulenta promessa a Santoro. «Parlare di una escalation di Putin nei confronti di tutta l'Europa è pura propaganda- tuona -. In questo momento i russi non ce la fanno a tenere sotto controllo nemmeno l'Ucraina, parlare di invasione della Polonia è propaganda». E ancora: «Noi europei che cavolo facciamo? Chi comanda le operazioni in Europa? Stoltenberg? Ma quello è un filo-americano, vogliamo toglierlo di mezzo e metterci un francese o un tedesco?». E fin qui, normale amministrazione. Ma è quando gli chiedono di una sua discesa in campo che i suoi occhi si illuminano. «Stai fondando un partito?», «Figuriamoci, non c'è riuscito neanche Marx...».
Michele Santoro si fa il partito? "Perché nessuno dice che...". Una clamorosa frase rubata | Video
Sorriso e riferimento - impegnativo - tradiscono il volpone, che in carriera non si è mai posto limiti. E a chi lo accusa di essere filo-Orsini, ribatte così: «Tanto è la cosa più facile da dire: prima viene filo-putiniano, poi filo-orsiniano. Filo-Santoro non lo dicono però, forse spaventa questa cosa perché se uno è filo-Santoro dice: chissà, magari fonda un partito e allora diventa un problema». Per chi, non è ancora del tutto chiaro.