C'è posta per te, Christian umilia il padre: "Vigliacco, non meriti neppure la mia rabbia". Doppia lezione, delirio in studio
Pubblico di C'è posta per te in delirio per Christian Foderà, 19enne che ha spopolato da Maria De Filippi, nella puntata del programma di Canale 5 in onda sabato 5 marzo. Il giovane, infatti, ha dato una clamorosa lezione di vita al padre e a molte persone. Nella vita i veri forti, questo il messaggio che ha fatto passare, non è chi alza la voce, chi fugge, bensì chi affronta quello che la vita gli riserva.
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Il padre, Giovanni, infatti è assente da quando è nato: lo aveva avuto quando aveva 22 anni e all'epoca del figlio non ne volle sapere. Christian fu concepito con una donna con cui Giovanni aveva tradito la sua fidanzata: quella gravidanza per lui era un ostacolo, si è così limitato a pagare il mantenimento senza però mai essere presente. Di fatto, Christian è cresciuto orfano di padre.
E così, Giovanni ha cercato il perdono del figlio. In studio ha affermato: "Ti chiedo perdono per il male che ti ho procurato in questi anni. Ti ho reso orfano, ma un padre lo avevi. In quel periodo non ero maturo per prendermi grandi responsabilità. Ti chiedo perdono perché sono stato assente nei momenti più delicati della tua vita e so che ne hai avuti tantissimi. Ormai sono passati tanti anni, sono un uomo diverso, sono cresciuto, sono responsabile, sono padre. Vorrei che tu mi dessi una possibilità e che magari, con il passare del tempo, tu mi chiamassi papà. La tua indifferenza mi fa stare male, ma ci sta, è giusto che sia così. Ho perso 19 anni della tua vita, non ne voglio perdere più. Ho un peso addosso che voglio togliermi".
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E qui la lezione di Christian, che ha risposto con pacatezza, fermezza. Ma in modo durissimo: "La mia infanzia senza un padre non l’ho vissuta bene, è stato terribile. Ricordo che mia madre ha cercato di darmi di tutto, a differenza tua. Ricordo ogni festa del papà passata da solo. Una volta, era la festa del papà, le maestre alle elementari ci avevano chiesto di fare un regalo a papà. Tutti i miei compagni lo fecero e io pure. Ho passato tutto il giorno ad aspettarti con quel regalo tra le mani, ma non sei venuto. Da allora, non ricordo nulla: la tua faccia, la tua voce, il tuo nome, nulla. Non sento nulla, solo indifferenza. Non sono arrabbiato, ma solo deluso. Quanto alla rabbia, non meriti neanche quella". Dunque lo ha definito "un vigliacco".
E ancora, Giovanni: "Lo so, non ho giustificazioni, ma ora non ho più 22 anni, ne ho 42. Sono cresciuto, possiamo ricominciare. Non sentirti responsabile. Il fatto che sia venuto qui rischiando il mio lavoro è il minimo, rispetto alla sofferenza che hai vissuto in questi anni. Sei bellissimo lo sai? Ti guardo e penso a cosa mi sono perso". Parole che alla fine hanno convinto Christian: "Apriamo la busta". Quindi un lungo abbraccio: altra lezione del figlio al padre.