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Sigfrido Ranucci, scatta la rivolta: "Inguardabile, sei solo fango e gossip". Chi travolge mister Report: si mette male

 Sigfrido Ranucci

Gianluca Veneziani
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La credibilità è stata persa sia in alto che in basso. Ora a muoversi contro di lui non solo gli organi di controllo parlamentari, ma è anche la base dei suoi spettatori. La vicenda di Ranucci, dagli sms intimidatori inviati ai membri della Commissione di Vigilanza Rai Andrea Ruggieri e Davide Faraone ai video pubblicati dal Riformista relativi a un tentato acquisto di presunto materiale scottante su Tosi, ha fatto scoppiare il bubbone del sistema Report anche agli occhi di chi lo ama e lo segue. O, meglio, lo amava e seguiva. Sulla pagina Facebook del programma, dove negli ultimi giorni sono comparsi ben sette post dedicati alla questione, fioccano i commenti critici o polemici nei confronti del conduttore, poco propensi a credere alle molteplici versioni con le quali lui ha provato a difendere il proprio operato. Assieme a vari messaggi di sostenitori del modello Report come scudo della democrazia e alle tesi di complottisti (gli attacchi sarebbero frutto di una trama ordita addirittura da Berlusconi e dai «poteri forti»!), sono numerosi gli affondi contro il programma e chi lo conduce. In particolare viene contestato l'ultimo post in cui è riportata la dichiarazione dell'avvocato di Ranucci, Luca Tirapelle. «Sono sconcertato e perplesso dallo scalpore mediatico per un filmato non inedito e già vagliato dall'autorità», avverte Tirapelle, aggiungendo che l'operato di Report «fu definito in sentenza limpido e corretto».

 

 

LO SCONCERTO
Ma tanti, tra i follower della pagina di Report, manifestano il proprio disappunto: «Anche chi viene messo sotto inchiesta da una trasmissione tv, magari senza essere colpevole di niente, rimane sconcertato dallo scalpore mediatico», replica Raffaele Innato; «Io sono sconcertato dal vostro modus operandi», ribadisce Simone Fontana; «È lo stesso strumento che spesso usa Ranucci, chi di spada ferisce di spada perisce», fa notare Paola Zara. A contestare i metodi non proprio trasparenti di Ranucci nonché l'intenzione di utilizzare denaro pubblico per procurarsi materiale scabroso ci pensa Massimo Di Cecco: «Il fine giustifica i mezzi ma non parlerei di metodi limpidi. Bisogna essere onesti, perché i soldi della Rai sono i nostri». Metodi che coincidono spesso nel mettere in cattiva luce solo una fazione politica: «Alcuni servizi sembrano essere fatti per screditare alcuni politici e senza una logica di inchiesta», rileva Massimo Luzzatto. Tesi condivisa da Massimo Raineri che si chiede: «Le inchieste di Report sono sempre a senso unico. L'altra parte della politica è casta e pura?».

 

 

STRABISMO
A questi strumenti, se confermato quanto risulta dai video del Riformista, si aggiungerebbero presunti legami con gli 007. «Stare in diretto contatto coi servizi segreti è un grande merito giornalistico, come no», scrive Maddalena Di Maio. A deludere molti spettatori di Report è anche la linea difensiva a lungo sostenuta da Ranucci (la manipolazione del video), non confermata da alcuna sentenza. «L'avvocato straparla, il video pubblicato è integro, non tagliato, quindi vedremo chi dovrà risarcire chi», punge Maurizio Raschellà. A proposito del video un altro post di Report suscita contestazioni: «Gli attacchi a Report stanno prendendo la forma di una campagna di delegittimazione al giornalismo di inchiesta della Rai», si legge nel post. Ma sono numerose le obiezioni: «Il video l'ho visto e sentito eccome!», dice Vito Laruccia. «Mi fa ben capire come vengono costruiti certi dossier. No grazie, faccio a meno di Ranucci e di Report e di tutta la Rai scialacquona»; «Quanti estimatori di Report non sarebbero tali se sapessero gli scandali che stanno investendo questo programma di puro gossip», sottolinea Mario Famà. E Walter Rizzo aggiunge: «Mi piacerebbe che le inchieste di Report non soffrissero di torcicollo e si orientassero anche dall'altra parte!». Né è chiaro perché Ranucci usi la pagina di Report per portare avanti la sua difesa personale, in un intreccio di destini tra sé e il programma. «Lui si deve difendere dal suo profilo Fb, se ne è capace. Non può farsi scudo dalla testata o dalla Rai», sostiene Francesco Pititto. Ma la migliore sintesi la fa Alessandro Marcolin annotando: «Da un pezzo Report è diventata inguardabile». E chissà che non diventi inguardabile al punto che alla ripresa del programma, in primavera, per poterla guardare se ne dovrà cambiare giocoforza il conduttore.

 

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