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Striscia la Notizia, Luca Abete e la domanda sbagliata: "Vendete queste auto?". Scatta il massacro, una fine orribile

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Luca Abete e la sua troupe sono stati aggrediti a Caivano,  in provincia di Napoli, mentre stavano realizzando un servizio sulla vendita illegale di auto sottoposte a sequestro per il recupero di pezzi di ricambio per il mercato nero. "Parliamo di auto sequestrate e vendute a pezzi - spiega l'inviato di Striscia la Notizia -. Ci sono diversi annunci su Facebook. Per saperne di più abbiamo contattato il venditore, che ci ha dato appuntamento in un vicolo buio, dove abbiamo ritrovato l'auto dell'annuncio".

 

 

 

A quel punto il venditore, ripreso da una telecamera nascosta, dice: "La macchina è buona, solo che mi hanno sequestrato il libretto. Era senza assicurazione, mi hanno fatto pure 5mila euro di verbale, perché non avevo nemmeno la patente". Dunque si tratta di un veicolo sequestrato, affidato in custodia al proprietario, che di regola non potrebbe venderlo ma che ha ideato questa soluzione: "Questa si deve smontare tutta, perché devo fare la denuncia e fingere che abbiano rubato la macchina", continua lui. 

Qui il servizio di Striscia la Notizia con l'aggressione a Luca Abete

 

 

 

Quando l'inviato va a chiedere spiegazioni al venditore, si scatena il caos. "Una piccola curiosità, come funziona la vendita di queste macchine sequestrate?", chiede Abete. E lui risponde: "E' uno scoppiato, quest'altro scemo. E' lo scemo di Striscia la Notizia". "Possiamo parlare un attimo?", insiste l'inviato. Ma il venditore replica in maniera aggressiva: "Ma di che vuoi parlare stro**o". A un certo punto intervengono sua madre e un altro figlio, "incappucciato e piuttosto aggressivo". "Stai calmo", interviene Abete. "Siete la schifezza della legge, togli la telecamera o ti rompo il microfono, bast***o". Poi provano a togliergli il microfono di mano. "Mamma e figlio sono scatenati, non riesce a fermarli neanche l'intervento di una guardia giurata - spiega l'inviato -. Intanto passa un'auto che per poco non mi investe. A un certo punto il ragazzo tenta con un calcio di farmi cadere, prova anche con una ginocchiata".

 

 

 

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