Elisa Anzaldo, la moglie del magistrato che mette le mani sul Tg1: tam-tam in Rai, cosa c'è dietro la promozione
Saranno le quote rosa o le quote rosse. Fatto sta che nell'edizione delle 20 del Tg1, quella regina, da ieri è apparso un nuovo volto femminile, oltre a quelli dei quattro moschettieri che finora si sono alternati. Si tratta di Elisa Anzaldo, giornalista Rai da oltre un ventennio e già alla conduzione del Tg1 prima nell'edizione della notte, poi in quella delle 17, infine in quella delle 13, lasciata nel 2017. La sua promozione, rivelata da un'indiscrezione via Twitter del giornalista Giuseppe Candela, notizia poi ripresa anche da Dagospia, rientra in quel cambio di rotta, di forma e sostanza e quindi anche di nomi voluto dal nuovo direttore del Tg1 Monica Maggioni.
La Anzaldo, sposata con il magistrato Fabrizio Gandini, conosciuto quando entrambi si occupavano, nei rispettivi ambiti professionali, del delitto di Cogne, è nota per essersi scontrata nel 2011 con l'allora direttore del Tg1 Augusto Minzolini, al punto da aver lasciato temporaneamente la testata in polemica con la sua linea editoriale-politica, giudicata troppo filo-berlusconiana. E più di recente è entrata in rotta di collisione anche con il predecessore della Maggioni alla guida del Tg1, il filo-grillino Giuseppe Carboni. Tanto che (non pare un caso) non la si era più vista in video dal 2018 in poi, pur mantenendo il ruolo di caporedattore. Il suo ritorno alla conduzione, peraltro nell'edizione principale del Tg, è il segnale di una nuova direzione, sicuramente meno vicina ai 5 Stelle o al centrodestra, che la nuova direzione Maggioni intende dare. Oltre a rappresentare un trionfo delle quote rosa, con un rapporto uomini-donne nell'edizione delle 20 sbilanciato a favore di queste ultime: d'ora in poi esse saranno tre (oltre all'Anzaldo, le consolidate Laura Chimenti ed Emma D'Aquino) a fronte di due maschietti (Francesco Giorgino e Alessio Zucchini).
C'è anche chi azzarda con ironia la tesi delle toghe rosa: essendo lei consorte di un magistrato, sposa non per procura (come la protagonista de La sposa, nuova serie di Rai 1) ma di uno che ha a che fare con le procure, la nomina voluta dalla Maggioni significherebbe la vittoria del partito dei giudici. Con una "magistrata" a condurre l'edizione centrale del Tg1. Ma si tratta, appunto, di una boutade. C'è invece poi chi legge, un po' più seriamente, l'investitura della Anzaldo come un'esortazione implicita a Giorgino a lasciare la conduzione, essendo il suo ruolo di vicedirettore (assunto a fine dicembre) in teoria non compatibile con la presenza in video. Che sia stato il tipico caso di promoveatur ut amoveatur? Chissà. Ma, stando alle nostre fonti, sarebbero tutti e quattro gli attuali conduttori dell'edizione regina non proprio contentissimi, per usare un eufemismo, della nuova nomina.
Non per ragioni personali o divergenze professionali, ma banalmente per il motivo comprensibile che la presenza della Anzaldo- salvo il collocamento di Giorgino in un ruolo solo di vicedirezione - farà comparire meno in video gli altri quattro, essendoci ora una collega in più ad alternarsi con loro, una settimana a testa. Insomma, se prima erano in 4 a condurre alle 20, adesso sono in 5 a condurre alle 20. Da ultimo, c'è chi azzarda la lettura emotivo-sentimentale, altrettanto rispettabile. Il discorso commosso e commovente della Anzaldo in occasione dei funerali di David Sassoli ha strappato non pochi applausi e lacrime agli astanti e ai vertici del Tg1.
Le sue parole, pronunciate anche a nome dei colleghi, su David che «ha sfondato i muri di gomma con la tenacia della gentilezza, con la fermezza dell'educazione, con la dirompenza della mitezza» ne hanno confermato la capacità di toccare il cuore e non solo la testa degli spettatori. E la Maggioni, persona sensibile anche agli aspetti emotivi, non può non averne tenuto conto. Continua così la sua rivoluzione gentile, cominciata con un cambio radicale di contenuti (niente più pastoni politici e molto più respiro agli Esteri, meno Palazzo e più mondo, insomma) e approdata all'introduzione di nuovi nomi. Ma siamo solo all'inizio, assicurano dai corridoi di Viale Mazzini.