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Storie Italiane, orrore e umiliazione per Vladimir Luxuria: "Dove mi ha fatto la pipì", chi è la bestia

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Anche Vladimir Luxuria è stata vittima di bullismo, feroce e insensato. Prima di diventare trans e cambiare sesso, ha svelato l'ex parlamentare di Rifondazione comunista ospite di Storie italiane, da ragazzino aveva dovuto affrontare il supplizio delle umiliazioni quotidiane messe in atto dai suoi compagni di scuola. 

 

 

 



"Anche io sono stata colpita, picchiata, ho portato dei lividi, ma ho avuto un angelo e ho resistito. Devi essere davvero forte per farcela", ha spiegato a una costernata Eleonora Daniele negli studi di Rai1. "Quando avevo 15 anni andavo a scuola come un condannato che va al patibolo, ogni passo era pesante, era come avere una palla al piede... Sapevo che ogni volta che entravo a scuola ci sarebbero state risatine, qualcuno avrebbe scritto un insulto sul mio quaderno, quando andavo a ginnastica ero il momento peggiore". 

 

 

 

 

 



Quindi i dettagli, sconvolgenti: "Mi facevano la pipì nelle scarpe negli spogliatoi, e ancor peggio sentire che tutta questa sofferenza te la devi vivere da sola, nessuno ti ascolta, pensi che sia tu la persona sbagliata. non ne puoi parlare a casa e a scuola gli insegnanti giravano la testa dall’altra parte".

 

 

 

 

 

Un vissuto che la accomuna in parte alla tragica storia di Michele Ruffino, il 17enne morto suicida a causa degli insulti dei compagni di scuola. "Io pensavo che queste cose appartenessero al passato - commenta amareggiata Luxuria -. Io ho avuto la forza, forse un angelo non so, anche nei momenti più bui… anche io ho fatto brutti pensieri, ma sono stata non lo so… ho avuto un angelo. C’è stata una mano invisibile che ha lanciato Michele giù da quel ponte, la mano di tutti coloro che avrebbero potuto fare qualcosa. Michele aveva condiviso il suo malessere, girare la testa dall’altra parte significa avere spinto questo splendido e meraviglioso ragazzo giù dal ponte".

Resta un altro grave problema: "Queste persone non hanno capito che cosa hanno fatto, non si sono pentite, anzi hanno inveito sul cadavere di Michele il giorno del funerale". "La disumanità di quanto successo travalica qualsiasi immaginazione", conclude Vladimir scuotendo il capo. 

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