Mezz'ora in più, Francesco Zambon e il piano pandemico insabbiato dall'Oms: "Sperana non ha detto la verità"
"Sono stato approcciato da Transparency International (organizzazione internazionale non governativa che si occupa della corruzione, ndr), sono rimasti sconvolti da come l'Oms ha gestito l'intera vicenda, con progressivi insabbiamenti". Sono queste le parole di Francesco Zambon, ex ricercatore per l'Organizzazione mondiale della sanità e ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più in onda su Rai Tre, a proposito del tanto criticato piano pandemico italiano.
"Restare nell'Oms sarebbe stata la cosa più comoda, ho provato per un anno da dentro a cambiare le cose, ho trovato muri di gomma, ma poi ho scelto di uscirne per poter raccontare questa storia perché sia utile", ha spiegato ancora il ricercatore. Zambon è poi tornato sul ruolo del ministro della Salute, Roberto Speranza: "Speranza ha detto in Senato che gli attori di questa storia erano tutti d'accordo nella scelta di ritirare il rapporto spontaneamente, ma non è così. Kluge (dir Omd Europa, ndr) disse che il ministro era molto seccato", ha rivelato Zambon. "Un funzionario dell'Oms non può bloccare un rapporto sulla base di un potere personale. Questo fa parte della sfera dei conflitti di interesse dentro e fuori dall'organizzazione", ha spiegato.
Zambon ha continuato a parlare del ruolo di Speranza: "Il ministro doveva essere informato del rapporto sul Covid in Italia da Ranieri Guerra (numero due dell'Oms, ndr), e non fu fatto. penso che Speranza non sapesse prima di questo rapporto, non prima che uscisse. Ma difficile pensare che dopo non ci sia stato coinvolgimento". Intanto il 13 maggio, a un anno dall'esplosione del caso che ha messo in crisi l'Oms sulla gestione italiana della pandemia, arriva in libreria proprio Il pesce piccolo. Una storia di virus e segreti il libro scritto da Francesco Zambon, dove racconta la sua verità, gli errori e le coperture che hanno fatto del nostro paese "il grande malato".