Non è l'Arena, fucilata sul caso Ciro Grillo: "Stupratori? Prima di tutto cog***", cala un silenzio di tomba da Giletti
Dopo ben due anni, la vicenda che vede coinvolto Ciro Grillo, figlio di Beppe, accusato di stupro, è tornata prepotentemente in scena. Giornali e talk show non sembrano più parlare d'altro. Siamo a Non è l'arena, programma condotto da Massimo Giletti e in onda su La7. Ospite della trasmissione anche Sandra Amurri che ci tiene a spiegare il proprio punto di vista: "A me ha colpito quando li ha definiti 'cog**oni" commenta Amurri. "Secondo me uno stupratore è comunque anche cog**one" afferma e aggiunge che "Uno che non ha rispetto della volontà di una donna è innanzitutto 'cogl**one e poi diventa anche stupratore".
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"Uno che non ha rispetto della volontà di una donna che può anche uscire di casa e andare con una persona perché ha voglia di fare sesso con quella persona, nel momento in cui non ha più voglia, una donna deve essere libera di dire no" dice la giornalista e prosegue "Chi non rispetta questo no è innazitutto cogl**one e poi diventa anche stupratore, perché quello è un atto contrario alla volontà di una persona". Amurri prosegue sottolineando come Ciro Grillo sia stato, a posteriori, più saggio del padre, il cui video ha fatto (e sta facendo) molto discutere.
"Grillo ha messo in discussione una legge" tuona la giornalista "che peraltro era un cavallo di battaglia dei cinquestelle". Amurri si riferisce al "Codice Rosso", promosso proprio dai grillini e che prevedeva, tra gli altri, un estensione da 6 a 12 mesi della tempistica concernente una denuncia di stupro. "Come si fa a dire no" dice sbalordita Amurri "non ha denunciato entro 8 giorni, no sono due mesi... Non sono questi i termini del discorso. Lui si sarebbe dovuto limitare a difendere il figlio, a dire 'sono addolorato' e sarebbe stato comprensibile. Punto" conclude la giornalista.