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Che tempo che fa, Luciana Littizzetto a valanga: "Datti un pugno in mezzo alle gambe". La lettera contro il leghista Pillon

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Benvenuta la tolleranza. A Che tempo che fa su Rai3 Luciana Littizzetto si esibisce nella sua classica lettera-monologo e stavolta l'obiettivo è Simone Pillon, il senatore della Lega capofila nella battaglia parlamentare contro il Ddl Zan sulla omofobia. Di fronte a un Fabio Fazio silente, la comica torinese difende a spada tratta, come prevedibile, le richieste avanzate dal centrosinistra e si esibisce in una reprimenda dal vago sapore di superiorità morale contro Pillon e chi la pensa come lui. Nulla di nuovo sotto il sole, visto che nel weekend si è scatenata una tempesta social con tanto di hashtag #diamociunamano, modo molto empatico per scaricare insulti su Pillon, leghisti e tradizionalisti vari.

 

 

 

 

"Caro Pilly... Pipillone bello. Che quando senti parole che iniziano per OMO o per TRANS tremi. Che se ti dicono: 'Transiberiana'? Ti offendi. 'Transistor, transaminasi'? Ti inalberi", è l'esordio della Littizzetto, prima della escalation. "A me agita l’odio non l’amore. In qualsiasi forma si esprima. Scusa Pillon… e vorrei che notassi che non ci metto la R anche se sarei tentatissima di farlo". Da Pillon a Pirlon, insomma, il passo è breve. Un simpatico gioco di parole Littizzetto style, ovviamente per denigrare l'avversario ideologico. 

 

 

 

 

"L’amore è come il Festival di Sanremo: va avanti lo stesso, nonostante le polemiche e nonostante alla fine ci si diverta solo per cinque giorni...". "L’unica cosa che chiediamo - prosegue  - è di approvare una legge che punisca chi va in giro a pestare e insultare chi fa scelte sessuali diverse dalle proprie". Quindi Lucianina si congeda: "Lo dico anche a te picchiatore. La prossima volta che sentirai lo stimolo di chiudere la mano a pugno, indirizzala al centro delle tue gambe". E tanti saluti.

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