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Che tempo che fa, Luciana Littizzetto e la foto di Roberto Speranza prima e dopo il Covid: confronto imbarazzante

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"Ma guarda Speranza. Appena eletto dimostrava 15 anni. Sembrava il quinto Maneskin!". La crisi da coronavirus, abbinata a quella politica, ha avuto effetti deleteri su Roberto Speranza, ministro della Salute e per certi versi vice-premier durante il governo del Conte 2, visto il coinvolgimento quotidiano nella gestione (per molti versi disastrosa) della pandemia. Luciana Littizzetto, a Che tempo che fa su Rai3, scherza con Fabio Fazio mostrando una foto del primo giuramento da ministro del leader di LeU, sorridente, pelle rilassata, capello corvino. Dopo qualche mese, occhio spento, tratti visibilmente appesantiti dallo stress, pure qualche ciuffo brizzolato. E pensare che forse il peggio deve ancora venire, viste che le chat tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro andate in onda a Non è l'Arena su La7 sul caso del dossier Oms "censurato" per non danneggiare il governo tirano in ballo anche il capo di gabinetto di Speranza. 

 

 

 

 

 

"Siamo tutti isterici - sembra tendere la mano al ministro la comica torinese -. Hai visto questi del mobilificio sardo che fanno la pubblicità ai loro mobili?". Il video è noto e virale: cassettiere prese a calci e gente che salta sui tavoli per mostrarne la resistenza. "Che non venga mai in mente a un cliente di chiedere: 'ma le sedie sono robuste?', capace che Michele te ne spacca una sulla schiena come Bud Spencer". Di sicuro, per ora, di robusta è la poltrona di Speranza, che il premier Mario Draghi sta blindando dagli assalti di Matteo Salvini

 

 

 

 

Nella sua satira su virus e dintorni, la Littizzetto non poteva non parlare anche dei vaccini. "Puoi dare un nome, EMA, a un organismo che deve stabilire con certezza se un vaccino è sicuro o no? 'Com'è?' E ...ma...". La proposta è quella di rinominare anche i vaccini stessi. Basta AstraZeneca, Pfizer, Johnson&Johnson, che generano sospetti e fraintendimenti. "Diamogli un nome carino... Non so tipo: Carla. Che ti sei fatto tu? Io mi sono fatto Carla".

 

 

 

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