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Matteo Bassetti, fuori tutta la verità sulla poltronissima e la chiamata di Mario Draghi: "Di corsa"

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È uno dei professori italiani più attivi nella lotta alla pandemia di Covid 19, spesso al centro di accesi dibattiti tv: Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova è stato ospite a La confessione, in onda questa sera venerdì 26 marzo  sul Nove alle 22.45.  Bassetti ha risposto alle domande di Peter Gomez sulle sue prese di posizione “aperturiste” in tema di Coronavirus, posizioni che lo hanno portato a scontrarsi con molti suoi colleghi che lo hanno accusato di voler minimizzare la portata della pandemia. Ha parlato della situazione sanitaria ligure, che vede la regione in una situazione molto difficile per quanto riguarda i dati del piano vaccinale.

 

 

Io ministro della Salute? Se mi avesse chiamato il presidente Draghi ovviamente ci sarei andato di corsa“, ha spiegato confermando di non essere interessato a un ruolo attivo in politica, ma per l’ex presidente della Bce farebbe un’eccezione “perché credo che sia una persona di grande valore, di grande livello, mi avrebbe inorgoglito molto lavorare a fianco a lui e bisognerà vedere in prospettive future”, ha rivelato al conduttore.

 

 

Sarebbe appunto una eccezione, perché, "bisogna sempre stare attenti perché io faccio l’infettivologo e mi occupo di batteri, di virus, e il rischio di un medico che fa un lavoro molto preciso al ministero della Salute sarebbe quello di avere una visione tolemaica della medicina quindi tutto intorno alle malattie infettive. I medici possono essere bravi nel loro settore, ma poi magari non lo sono quando si tratta di ricoprire un ruolo così importante come il ministro”, ha concluso Bassetti.

 

 

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