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AstraZeneca, Daniela Santanchè contro Mario Draghi: "Dittatura sanitaria. Non è una bestemmia, perché non ha annunciato lo stop?"

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Un vero e proprio flop quello sui vaccini. Per Daniela Santanchè la colpa è da imputare all'Europa. "Non è una bestemmia dire che questa Europa ha sbagliato in maniera clamorosa sulla partita più importante dei vaccini", esordisce senza mezzi termini alle telecamere de L'Aria Che Tira su La7. Non è esente da critiche neppure Mario Draghi. A detta della senatrice di Fratelli d'Italia il presidente del Consiglio ha fatto del suo: "I cittadini leggono che è stata sospesa la somministrazione di un vaccino, il premier Draghi non poteva dedicare 5 minuti per dire cosa sta succedendo?". In collegamento con Francesco Magnani la Santanchè è dunque un fiume in piena etichettando quanto accaduto con AstraZeneca "una cosa deflagrante nelle paure e nelle emotività". 

 

 

Draghi - è il ragionamento della senatrice all'opposizione - "ha tutti i dati" per rassicurare gli italiani, "siamo in una dittatura sanitaria, adesso la colpa è di obbligare tutti a vaccinarsi". E ancora: "Ma siamo in una democrazia o in una dittatura sanitaria?". E in effetti l'annuncio del ritiro del lotto incriminato, il 5811, è arrivato prima da Luca Zaia. Il governatore del Veneto ha definito quanto stava accadendo nel nostro Paese un "altro duro colpo", salvo poi spiegare: "La procura di Biella ci ha inviato i Nas per bloccare un ulteriore lotto di AstraZeneca che è quello del Piemonte di ieri, il 5811. Riguarda tutta Italia, non solo noi ma è un altro duro colpo".

 

 

La decisione è arrivata dopo la morte di un insegnante di Biella, avvenuta a poche ore dalla somministrazione della dose contro il coronavirus del colosso anglo-svedese. Ma lo stop non riguarda solo l'Italia. La stessa Angela Merkel ha deciso di bloccare la vaccinazione AstraZeneca e non senza lo strascico di accuse. "Troppa cautela è fatale - è l'indignazione dei tedeschi nei confronti del governo di Berlino -. Nella gestione tedesca della pandemia, il principio della massima sicurezza possibile ha sempre avuto la precedenza sull’azione pragmatica".

 

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