Domenica In, Rocco Casalino e i giorni del terrore: "Pestava mia madre", il racconto straziante sul padre
Altro giro di ospitate per Rocco Casalino. Dopo l'addio a Palazzo Chigi, il fu portavoce del premier non fa distinzione e questa volta si presenta a Domenica In. Al centro la sua autobiografia Il Portavoce: "Questo è un libro che piace anche agli intellettuali che mi hanno sempre massacrato- esordisce di fronte a Mara Venier su Rai 1, in particolare perché ho partecipato alla prima edizione de Il Grande Fratello. Sono rimasti sorpresi, pensando che fosse un libro di basso livello". Poi Casalino ripete quanto già detto in abbondanza, ossia le motivazioni alla base della sua fatica: "Ho deciso di scrivere questo libro perché sapevo che la mia vita era piena di tematiche importanti, forte, anche il concetto di riscatto. L'inizio è un pugno allo stomaco, l'ho scritto, l'ho riletto e piangevo, l'ho cambiato e mi sembrava falso, quindi sono tornato alla versione originale". All'interno le più personali confessioni. "Di me si sa che ho fatto il Grande Fratello e poi mi sono avvicinato alla politica, ma della mia vita privata si sapeva poco. Tanti dolori e un'infanzia difficile, con mio padre che tornava a casa in Germania e picchiava mia madre".
Il dolore è immenso, ma non tale da non poter essere perdonato. "So che porto un dolore nel parlare così di mio padre, ma nel libro si capisce che sono riuscito anche a perdonare mio padre. Ho sempre cercato di raggiungere i miei obiettivi con lo studio. Essere semplificato con delle definizioni, con pregiudizio, prima italiano in Germania, poi quello de Il Grande Fratello, io che ho passato una vita sui libri, volevo raccontare come sono realmente. Sono sempre stato diverso, non ero tedesco, sono gay, mi sentivo sempre al posto sbagliato. Quando sono tornato in Puglia mi sono sentito a casa, ho ritrovato le mie origini".
Ma non è stato semplice superare il dramma. Lo stesso Casalino racconta di una famiglia "terrorizzata" da quell'uomo "enorme, inavvicinabile" che era il padre. Ma a intimorirli maggiormente l'impossibilità - data dalla paura - "di denunciarlo". Poi qualcosa è accaduto, "diverse malattie lo hanno indebolito, abbiamo acquisito più forza, abbiamo cominciato a dire basta". E così è stato.