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DiMartedì, Rocco Casalino e il retroscena su Palazzo Chigi: "Tortura e sofferenza", come l'avevano accolto

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"Arrivo a Palazzo Chigi e percepisco discriminazione per il mio passato. E' una tortura e mi porta ad una sofferenza. Io ho gestito la comunicazione durante la pandemia ed è stato complicatissimo". Così Rocco Casalino, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì in onda su La7, racconta parte della sue esperienza come portavoce del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Rivendica il merito di aver gestito la comunicazione del premier in un periodo difficilissimo per l'Italia per colpa del coronavirus. Lo fa nella platea televisiva di Floris anche perché deve presentare il suo libro in uscita: Il Portavoce.

 

 

 

 

"Arrivavamo dal niente, senza esperienza, siamo stati accolti male dalla stampa". Poi si accende il confronto con il conduttore e il direttore della Stampa, Massimo Giannini: "Voi giornalisti avete lamentato l'antipolitica, noi abbiamo rappresentato quel senso di avversione verso una classe politica che non si occupava dei cittadini", rivela Casalino facendo in pratica anche l'analisi del successo politico che ha portato i Cinquestelle al governo e prima ancora ad essere il primo partito italiano.

 

 

 

Infine parla del suo libro in uscita: "Racconto come sia stato sempre percepito come un outsider, tra la carriera al Grande Fratello e il mio percorso personale. Ho vissuto la discriminazione per la mia omosessualità, è sempre stata una tortura. Mi sono avvicinato al M5S: per essere vicino alle persone scegliendo valori come l'antimafia e anticorruzione. Sto cambiando, certo, come cambia il M5S e l'Italia", ha concluso.

 

 

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