Matteo Bassetti, "io nel Cts?": umiliati il ministro Speranza e il suo consigliere "malato" di lockdown
“Quello che è successo ieri è stato imbarazzante, sono curioso di sapere qual è la voce del ministro Roberto Speranza e del ministero rispetto al lockdown: se si vuole cambiare rispetto a quello che c’era prima bisognerebbe che vi fosse una comunicazione". Così ha parlato Matteo Bassetti, direttore di malattie infettive del san Martino di Genova,a Tagada su La7. Il riferimento è a quanto ha affermato Walter Ricciardi su un possibile lockdown.
Rispetto alle chiusure, “le misure da rafforzare dovevano essere messe in campo anche prima, le varianti andavano contenute tre mesi fa, con lo studio e il sequenziamento. Quanti sono i laboratori che lavorano su questo? Pochi. Quando annunciamo un lockdown bisogna ricordare cosa è stato lo scorso anno e su quali basi lo abbiamo attivato: condizioni totalmente diverse rispetto ad oggi. In questo momento abbiamo Regioni in colore arancio, che già hanno misure di contenimento abbastanza stringenti. Se si vuole fare un lockdown, allora si assuma una posizione politica, ma la chiusura può avere senso in un alcuni territori non in tutti: zone bordeaux, in caso, neanche rosse, come sta avvenendo in Umbria ma non per tutte le Regioni".
Infine spiega che, "se qualcuno dovesse chiedermi di far parte del Cts domani, per andare a fare la comparsa direi di no. Se invece si vuol cambiare qualcosa sarebbe diverso, ma cambi di passo rispetto al governo precedente mi sembra non vi siano. Incido molto di più nell’ospedale dove lavoro”. E rispetto al blocco degli impianti sciistici, Bassetti è molto chiaro: “La situazione che ha portato a bloccare tutto qualche ora fa la conoscevamo da giorni, non c’era bisogno di arrivare all’ultimo miglio”.
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