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Non è l'Arena, la dottoressa Andreoli e gli stupri di Alberto Genovese: "Deriva necrofiliaca"

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Due delle vittime di Alberto Genovese, Ylenia e Martina, ci hanno messo la faccia e hanno deciso di raccontare i presunti stupri subiti dall'imprenditore nello studio di Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7. A un certo punto il conduttore si è chiesto cosa potesse spingere Genovese a ridurre le sue vittime come delle bambole di pezza, così come emerso dalle indagini. E la risposta della psicoterapeuta Stefania Andreoli è stata agghiacciante: "Ci troviamo molto oltre il margine della normalità".

 

 

 

"Non si tratta solo di aver un rapporto sessuale con una ragazza, magari anche sovrastandola o assoggettandola, credo che questo sia il segnale di una deriva necrofiliaca, per cui quello che veniva cercato era il rapporto sessuale con l'altro nemmeno più vivo, nemmeno più responsivo. Probabilmente perché c'era la volontà di manifestare disprezzo verso la vita dell'altro, forse in particolare verso le donne", ha continuato la dottoressa.

 

 

 

La storia delle ragazze che hanno denunciato Alberto Genovese è ormai nota a tutti. Ma spesso sui social non mancano commenti di disprezzo nei loro confronti. C'è chi addirittura scrive che se lo sarebbero meritato. Quando Massimo Giletti chiede a Martina e Ylenia come questo le faccia sentire, le due non riescono a trattenere le lacrime. "Chiunque non sappia empatizzare con questa emozione dovrebbe porsi un grosso dilemma sulla propria salute psichica. Se c'è qualcuno da casa che non capisce cosa provino queste ragazze, deve andare di corsa a farsi visitare da uno bravo", ha detto la psicoterapeuta ospite della trasmissione.

 

 

 

 

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