Grande Fratello Vip, strazio firmato Walter Zenga: gelo col figlio, quei legittimi sospetti
Un confronto straziante e surreale. Gelido e distaccato. A tratti triste. L'attesissimo faccia a faccia tra Walter Zenga e il figlio Andrea, 27 anni, nel giardino della casa del Grande Fratello Vip non è andato come tutti speravano. E non perché non ci sia stato un abbraccio (le regole del Covid lo hanno impedito), ma per la freddezza mostrata dai due protagonisti che non hanno lasciato nessuno spiraglio all'amore e alla comprensione e neppure al desiderio di volerci riprovare seriamente a costruire un rapporto affettuoso padre-figlio, privo di recriminazioni e interfenze. L'ex portiere di Inter e Sampdoria e della Nazionale, ex allenatore del Cagliari, è stato in qualche modo costretto a volare Roma, da Dubai dove vive, per parlare col figlio Andrea, che in queste settimane si è lamentato dell'assenza del padre negli anni.
Un po' per placare le cattiverie sul suo conto uscite sui social («non ho mai ricevuto tanti insulti nella mia vita, neanche quando facevo i derby»), un po' perché Mediaset - chissà come - l'avrà convinto, l'ex calciatore, ora sessantenne, si è prestato al "teatrino". Le emozioni fanno salire lo share, a volte anche se sono finte. Quando la tv cerca di forzare i sentimenti ed entrare nell'intimità delle famiglie a gamba tesa, i risultati sono assai sgradevoli. Senza contare quell'ossessione per il lieto fine; nella realtà i rapporti umani sono molto più complicati e le questioni aperte non si possono risolvere in 22 minuti di faccia a faccia davanti a milioni di spettatori. Ecco perché durante il fatidico incontro nella casa più spiata d'Italia, su Twitter scrivevano: «Walter Zenga sembra di fronte a una trattativa per andare ad allenare la sua squadra del cuore, invece di cercare di trovare un punto dal quale partire per riavvicinarsi al figlio».
Poi, la strada tortuosa delle giustificazioni. L'ex Uomo Ragno ha parlato del suo lavoro che lo porta continuamente in giro per il mondo con una battuta-domanda finale: «Mi lasci la porta aperta? Da portiere non è molto carino lasciare la porta aperta... Ti aspetto fuori, e non è una minaccia». Ma anche qui è stato bacchettato sui social: «È venuto per chiarire con suo figlio o per parlare della sua carriera, fare metafore sul calcio e raccontare barzellette?». Il popolo della rete è spietato. Zenga senior («non voglio dire che non ho colpe, mi prendo le mie responsabilità, ma il passato è passato, ora pensiamo al futuro») probabilmente abituato a mostrare davanti alle telecamere le sue abilità calcistiche, più che i sentimenti, non ha saputo far vedere il suo lato paterno per accontentare il pubblico, ormai compatto e schierato con il giovane Andrea del quale pensa tutto il bene possibile: «Un ragazzo educato, rispettoso, pieno di valori che non ha paura di mostrare le sue fragilità, grazie alla mamma».
Prima di lasciare la casa, l'ex portiere dell'Inter ha chiosato: «Ho visto da qualche parte che c'è scritta "guerra", la guerra si fa tra due opposizioni. Non ho fatto nessuna battaglia. Quando sarai fuori di qui, se lo riterrai opportuno e vorrai conoscere la verità, ci incontreremo senza problemi. Io faccio l'allenatore all'estero, non è facile vedersi». Pensieri, parole e posizione di Andrea sono racchiusi nella risposta ad Alfonso Signorini che subito dopo il confronto gli ha domandato se avesse desiderato abbracciare il padre: «No, al massimo una stretta di mano. Non di più». Poi però è scoppiato in lacrime in diretta: «Avrei apprezzato un papà che si interessasse alla vita dei figli, e questo non si è verificato». E il dubbio: se non ci fosse stata di mezzo la tv, Walter Zenga sarebbe volato a Roma?