Luca Palamara a Non è l'Arena: "Racconterà una storia segreta". Trema la magistratura: tam-tam sulla pesantissima confessione
"Potere, politica e affari". Massimo Giletti presenta così la nuova puntata di Non è l'Arena. Nell'anticipazione rilanciata su Twitter il conduttore di La7 svela cosa aspettarsi domenica 31 gennaio. Nel salotto del talk ci sarà niente di meno di Luca Palamara. "L'uomo che un anno fa - spiega Giletti - finiva sotto interrogatorio". L'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati sarà chiamato a parlare del sistema” delle correnti della magistratura che avrebbe influenzato la politica italiana e il mondo degli affari in questi anni. In sostanza quella che Giletti definisce "storia segreta della magistratura italiana".
"Se li comprano? Peggio per loro". Minzolini lo provoca e Salvini azzanna: scontro senza precedenti
Palamara è ancora al centro della cronaca per le rivelazioni fatte ad Alessandro Sallusti e contenute nel nuovo libro Il Sistema. Qui il magistrato è un fiume in piena. "È un mix esplosivo - esordisce in riferimento al connubio tra giustizia, politica e ideologia -, come nel caso di Salvini, indagato per sequestro di persona per il blocco dei porti agli sbarchi di immigrati". Per Palamara quell'estate gli ingredienti c'erano tutti: dal ministro degli Interni di destra, "al povero immigrato maltrattato", fino "alla sinistra che cerca la rivincita dopo la batosta elettorale". Anche in questo caso il giudice non può negarlo: "Il piatto è ghiotto e la magistratura scende in campo". Un'ammissione pesantissima che dà molto da pensare su come si procede nel nostro Paese.
Ma Palamara fa anche i nomi: "Il magistrato più attivo di tutti è Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento". In lui il magistrato ravvisa qualcosa di insolito:"Tanto attivismo non è da lui. In quattro anni di Csm non era mai capitato che ci dovessimo rincorrere sui telefonini da una spiaggia all'altra d'Italia. Perché tanta fretta?". Un intreccio letale che ha rischiato di mettere il leader della Lega alla sbarra se non fosse che il Senato ha votato "no" all'autorizzazione a procedere.